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La firma dell’acqua su Cerere

Cerere

Il pianeta nano Cerere in passato potrebbe aver ospitato un oceano sotto sua superficie. A svelarlo è la missione Dawn della Nasa. Secondo i dati inviati dalla sonda, la crosta del pianeta sembrerebbe essere composta da ghiaccio, sali e minerali contenenti acqua, sottoposti ad attività geologiche passate e – forse – anche recenti. L’analisi suggerisce che sotto la crosta della superficie di Cerere potrebbe essere presente uno strato più morbido, che rappresenterebbe la firma dell’acqua residua lasciata da un antico oceano.

Atterrare su Cerere per indagare il suo ‘interno’ sarebbe tecnicamente impegnativo e rischierebbe di contaminare il pianeta. Così gli scienziati utilizzano le osservazioni di Dawn per stimare la sua composizione e la sua struttura interna. Lo studio  – pubblicato su Journal of Geophysical Research: Planets – sostiene la possibilità che Cerere possa essere ancora geologicamente attiva. Questo perché sono state riscontrate anomalie gravitazionali nei tre crateri – l’Occuer, Kerwan e Yalode – e nella montagna Ahuna Mons.

In un secondo studio condotto sui dati Dawn e pubblicato su Earth and Planetary Science Letters è stato rilevato che la crosta del pianeta nano ha una densità relativamente bassa, simile alla densità del ghiaccio, ma che allo stesso tempo sembrerebbe essere più resistente come quella rocciosa. Un controsenso che è stato risolto attraverso rilievi topografici del corpo planetario. Infatti, gli scienziati hanno così determinato la composizione della superficie di Cerere scoprendo che il pianeta nano è composto da una spessa crosta, per lo più rocciosa, rimasta invariata da oltre 4,5 miliardi di anni, composta da una miscela di ghiaccio, sali, rocce e un componente aggiuntivo chiamato clatrato idrato. Un clatrato idrato è una ‘gabbia’ composta da molecole d’acqua che circondano una molecola di gas. Questa struttura è dalle 100 alle 1000 volte più forte del ghiaccio d’acqua, pur avendo quasi la stessa densità.

I ricercatori ipotizzano che Cerere abbia avuto una superficie diversa rispetto a quella attuale, ma che nel corso del tempo sia cambiata, quasi ‘appiattita’. I dati suggeriscono che il ghiaccio si sia formato direttamente al di sotto della superficie del pianeta nano e che l’antico oceano di Cerere, forse, non sia del tutto congelato.

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990