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Hubble, ‘caccia grossa’ nella Nebulosa di Orione

La Nebulosa di Orione con evidenziate le nuove scoperte (Credits: NASA , ESA, and G. Strampelli - STScI)

E’ situata a 1350 anni luce dalla Terra ed è considerata dagli astronomi un ‘laboratorio’ relativamente vicino per studiare i processi di formazione stellare ad ampio raggio, dato che ospita una vasta gamma di oggetti celesti. Si tratta della Nebulosa di Orione, recentemente oggetto di un’inedita mappatura svolta con il telescopio Hubble per individuare gli oggetti più piccoli e deboli. L’indagine è stata molto fruttuosa e i suoi risultati sono stati presenti durante il 231° convegno dell’American Astronomical Society: infatti, grazie alla sensibilità di Hubble nell’infrarosso, è stata osservata la più vasta ‘popolazione’ conosciuta di nane brune disseminate intorno a giovani stelle e sono stati scoperti anche tre pianeti giganti e un sistema binario in cui, in mancanza di una stella di riferimento, due pianeti orbitano l’uno con l’altro.

Le nane brune costituiscono un particolare gruppo di oggetti celesti e sono caratterizzate da una massa così piccola che il loro nucleo non ha mai raggiunto il calore necessario per dare luogo al processo di fusione che ‘anima’ le stelle; inoltre, con l’andare degli anni, questi oggetti diventano freddi e si indeboliscono ulteriormente. Le nane brune, però, sono tenute in considerazione dagli astronomi perché possono fornire importanti indizi sui processi di formazione stellare e planetaria. Lo storico telescopio Nasa-Esa ha scovato queste piccole e fredde entità grazie alla presenza dell’acqua nella loro atmosfera, individuata nel vicino infrarosso. L’acqua, infatti, è la ‘firma’ degli oggetti substellari, che quanto più hanno una massa ridotta, tanto più diventano rossi e deboli, caratteristica che rende necessario l’utilizzo dell’infrarosso.

Durante la mappatura, il team della ricerca ha identificato 1200 oggetti celesti, suddividendoli in base alla presenza di acqua o meno e giungendo alla scoperta del gruppo di nane brune. Per arrivare a tali conclusioni, gli astronomi hanno impiegato una nuova tecnica di imaging ad alto contrasto sviluppata presso lo Space Telescope Science Institute. Complessivamente, il gruppo di lavoro ha classificato 17 nane brune compagne di stelle nane rosse, una coppia di nane brune, una nana bruna che ha per compagno un pianeta e tre corpi di massa planetaria, associati, rispettivamente, ad una nana rossa, ad una nana bruna e ad un altro pianeta. Gli oggetti scoperti sono evidenziati nella foto in alto, relativa ad una porzione della Nebulosa di Orione che misura circa quattro per tre anni luce. L’immagine è visibile qui in alta risoluzione; i cerchi rossi indicano un pianeta, quelli arancioni una nana bruna e quelli gialli una stella.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.