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Il ‘cuore’ della Via Lattea nel mirino di Hubble

La zona centrale della Via Lattea vista da Hubble (Credits: Nasa, Esa, T. Brown - STScI)

Un luogo tranquillo e popolato da stelle vintage: è questa l’immagine della zona centrale della Via Lattea che per lungo tempo ha dominato le opinioni degli astronomi. Un nuovo studio, invece, basato sui dati raccolti da Hubble in nove anni di osservazioni, scardina questa visione tradizionale e propone un quadro più vivace. La ricerca, coordinata dall’Università del Michigan-Dearborn, è stata illustrata al 231° convegno dell’American Astronomical Society che si è tenuto la scorsa settimana a Washington. La nuova analisi ha preso in considerazione circa 10mila stelle simili al Sole, evidenziando che il ‘cuore’ della Via Lattea  – situato a circa 26mila anni luce dalla Terra – è così in fermento da ricordare l’andirivieni dei viaggiatori nei corridoi di un aeroporto. Infatti, nel rigonfiamento centrale sono presenti sia giganti rosse avanti con gli anni, sia piccole stelle bianche tipo-Sole ed ambedue le categorie si muovono a differenti velocità.

Tale peculiarità, secondo gli studiosi, è connessa alla composizione chimica degli astri: infatti, stelle particolarmente ricche di elementi più pesanti rispetto all’idrogeno e all’elio hanno movimenti meno disordinati, ma orbitano intorno alla zona centrale più rapidamente delle stelle anziane, carenti di elementi pesanti. Gli astronomi, che hanno suddiviso le stelle in base alla composizione e al colore, si sono basati sui dati raccolti da due strumenti di Hubble – Acs (Advanced Camera for Surveys) e Wfc3 (Wide Field Camera 3) – nell’ambito di due differenti mappature: Wide Field Camera 3 Galactic Bulge Treasury Program e Sagittarius Window Eclipsing Extrasolar Planet Search. Inoltre, per una maggiore completezza del quadro chimico, il gruppo di lavoro ha utilizzato anche dei set di dati spettrali del telescopio Vlt dell’Eso.

Allo stato attuale, lo storico telescopio Nasa-Esa è l’unico ‘esploratore’ spaziale ad avere una capacità di alta risoluzione tale da misurare simultaneamente i movimenti delle migliaia di stelle che affollano il centro della Via Lattea. Gli astronomi ritengono che il lavoro svolto, oltre ad approfondire l’origine del rigonfiamento centrale, getta le premesse per ulteriori attività di ricerca che potranno essere proficuamente svolte quando sarà in orbita l’erede di Hubble, il James Webb Space Telescope. L’immagine in alto mostra lo scintillante ‘cuore’ della Via Lattea, in cui spiccano le stelle rosse giganti e quelle bianche simile al Sole; si vedono, in primo piano, anche degli astri blu di recente formazione, situati però nel disco galattico. La foto (qui in alta risoluzione) deriva da un collage di immagini scattate da Hubble al vicino infrarosso e nel visibile.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.