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Un mondo che brilla anche di notte

Inquinamento luminoso

Sempre più spesso sentiamo parlare di risparmio energetico. In prima fila tra le soluzioni più vantaggiose ci sono le lampade a Led, ormai ampiamente utilizzate in diverse città in tutto il mondo. L‘illuminazione a Led, infatti, richiede molta meno elettricità per produrre la stessa quantità di luce delle vecchie tecnologie di illuminazione. Ma forse non è la prima scelta da fare, se parliamo di inquinamento luminoso. E’ quello che emerge da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori del German Research Centre for Geoscience, attraverso i dati primo radiometro satellitare  Viirs Dnb (Viirs for Visible/Infrared Imager Radiometer Suite), a bordo del satellite Noaa Suomi-Npp e in orbita attorto al nostro pianeta dal 2011. Secondo i ricercatori, la superficie terrestre illuminata artificialmente durante la notte è aumentata in luminosità ed estensione del 2% annuo, nel periodo che va dal 2012 al 2016.

Lo studio è tra i primi a esaminare gli effetti, visti dallo spazio, della transizione in corso a livello mondiale, dall’illuminazione “comune” a quella a Led. La ricerca è stata condotta confrontando i dati del radiometro con le immagini scattate dalla Stazione Spaziale Internazionale, in quanto Virrs – nonostante sia stato progettato appositamente per le luci notturne – non riesce a “vedere” la luce a lunghezze d’ora inferiori a 500 nanometri, ovvero le luci blu. Infatti, in alcune città ha registrato una diminuzione di luminosità anche se queste ultime sono molto luminose. La luminosità della superficie terrestre durante la notte sta aumentando, probabilmente anche nei casi in cui il satellite rileva meno radiazioni. In America, per esempio, l’emissione luminosa è da 3 a 5 volte superiore di quella in Germania.
I risultati mettono inoltre in discussione l’ipotesi che l’aumento dell’efficienza energetica delle tecnologie di illuminazione per esterni porti necessariamente a una diminuzione generale del consumo energetico globale. C’è, tuttavia, la speranza che le cose possano cambiare in meglio. Christopher Kyba, a capo della ricerca, afferma infatti che a Tucson, in Arizona, le lampade a Led ben progettate consentono una riduzione di due terzi o più dell’emissione luminosa senza alcun effetto evidente per la percezione umana. Ma solo future missioni satellitari dedicate all’osservazione della Terra potranno fornirci maggiori dettagli sullo stato di salute del nostro pianeta. Lo studio è stato pubblicato su Science Advances.
Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990