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Ghiacci in Antartide, il ruolo dell’asse terrestre

La comunità scientifica ha da tempo ipotizzato che i moti terrestri siano in grado di influenzare il clima del nostro pianeta. Uno studio condotto da un team internazionale composto da scienziati dell’Università di Wellington e del Wisconsin, ha dedicato uno studio a questo tema, scoprendo che le variazioni dell’inclinazione assiale della Terra hanno implicazioni significative sulla formazione dei ghiacci dell’Antartide. I ricercatori hanno messo in relazione i cambiamenti nella calotta polare del polo sud con i periodici moti terrestri, ottenendo un registro dettagliato sull’evoluzione del livello dei ghiacci a partire dall’epoca della loro formazione.

Lo studio si concentra anche sulle percentuali di ghiaccio marino e suggerisce che in un mondo riscaldato dalla presenza di abbondante anidride carbonica nell’atmosfera la perdita di questo sottile e fragile strato ghiacciato di oceano, potrebbe amplificare gli effetti ciclici dati dall’inclinazione assiale terrestre e nel frattempo potrebbe innescare l’instabilità della calotta polare con gravi conseguenze sui livelli dei mari. La calotta antartica, il cui spessore è stato misurato misurata per la prima volta da Charles Bentley negli anni cinquanta, contiene abbastanza ghiaccio da riuscire ad innalzare il livello dei mari di circa 5 metri. La calotta continentale antartica, rappresenta la più grande massa di ghiaccio sulla Terra e di estende per gran parte anche sotto livello del mare. Le calotte di ghiaccio marino, sono particolarmente sensibili al calore trasportato dalle correnti oceaniche e creano delle barriere tra l’oceano e il ghiaccio delle calotte.

«Se non riusciremo ad effettuare un taglio delle emissioni di anidride carbonica e la temperatura media terrestre si innalzerà di più di due gradi – commenta Richard Levy dell’università di Wellington –  allora il ghiaccio marino diminuirà e potremmo trovarci in un mondo simile a quello della prima metà del Miocene, un’epoca geologica che si è conclusa circa 14 milioni di anni fa caratterizzata da un clima temperato nelle regioni polari e da un’atmosfera sovralimentata dalla presenza di anidride carbonica e da una temperatura media più elevata». Lo studio dimostra che una quantità maggiore di biossido di carbonio nell’atmosfera e la conseguente perdita di ghiaccio marino intorno all’Antartide, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’amplificare gli effetti che i moti terrestri hanno avuto sulla durata e sulla stabilità della calotta polare antartica. L’insieme dei dati, suggerisce che è necessario ridurre le emissioni di gas serra, soprattutto dopo aver verificato che gli anni 2017 e 2018 sono stati caratterizzati da una riduzione della percentuale di ghiaccio marino, dopo decenni di crescita.

I ghiacci dell’Antartide visti da satellite

Fulvia Croci: Giornalista pubblicista, dopo la laurea in Relazioni Internazionali si avvicina al mondo della comunicazione scientifica. Nel corso degli anni ha trattato una vasta gamma di temi legati all'esplorazione spaziale, alla ricerca e alle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana.