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Euclid, avanti tutta

La missione Euclid dell’Esa ha superato la Critical Design Review, la milestone che segna il completamento di una importante fase di ogni progetto spaziale e cioè che l’architettura generale della missione ed il progetto di tutti i suoi componenti siano completi, dando il via all’assemblaggio del satellite.

La revisione a livello globale ha riguardato l’insieme di tutti gli elementi e ha decretato la loro capacità di funzionare insieme per raggiungere gli obiettivi scientifici della missione: osservare miliardi e miliardi di galassie per indagare i misteri ancora insoluti dell’universo oscuro, durante il periodo nominale della missione di sei anni il cui lancio, al momento, è fissato per il 2022.

«Dopo aver superato una verifica come questa», dice a Media Inaf uno dei “padri” del progetto Euclid, l’asteofisico Andrea Cimatti, dell’Università di Bologna, «ci si sente come i marinai che, dopo avere navigato di notte con il mare in tempesta, vedono all’alba le luci del porto. Questo risultato rappresenta un giro di boa fondamentale per procedere verso i passi più avanzati della missione che porteranno al lancio di Euclid nel 2022. Un risultato di importanza capitale, frutto del lavoro corale di tutti coloro che contribuiscono allo sviluppo di Euclid da ormai un decennio. Lo sviluppo di una missione spaziale è un processo tortuoso, con continui alti e bassi».

«La difficoltà principale, continua Cimatti, consiste sempre nell’attuazione concreta di un progetto scientifico e tecnologico che rispetti tutti i requisiti necessari a raggiungere gli scopi primari della missione. Nel caso di Euclid, fare luce sull’energia oscura e sulle altre grandi domande sull’origine, l’evoluzione e il futuro dell’universo».

Euclid è una missione M2 del programma Cosmic Vision dell’Esa, il cui obiettivo scientifico è quello di indagare l’espansione dell’universo negli ultimi dieci miliardi di anni, esplorando le epoche cosmiche da prima che l’espansione iniziasse ad accelerare, fino ad oggi. A tal fine, Euclid esaminerà le galassie a diverse distanze dalla Terra, su un’area di cielo che coprirà più del 35 per cento della sfera celeste.

Usando sia le deboli lenti gravitazionali, che misurano la distorsione delle galassie distanti causate dalla materia interposta tra noi e loro, e le oscillazioni acustiche barioniche, basate sulle misurazioni di ammassi di galassie, Euclid sarà in grado di creare un’immagine 3D della distribuzione della materia ordinaria e della materia oscura presente nell’universo. Ciò consentirà agli scienziati di ricostruire gli ultimi miliardi di anni della storia di espansione dell’universo, stimando l’accelerazione causata dalla misteriosa energia oscura con un’accuratezza dell’ordine del per cento, e le eventuali variazioni dell’accelerazione con un’accuratezza del 10 per cento. Una precisione, questa, mai ottenuta prima.

Fonte media.inaf.it

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