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Muscoli 3D nello spazio

La ricerca nello spazio è in continua evoluzione. E non solo per permettere l’esplorazione umana del cosmo in missioni di lunga durata, ma anche per migliorare la vita sulla Terra.

Sfruttando la microgravità dei voli parabolici, alcuni scienziati del Politecnico Federale di Zurigo (Eth) sono riusciti a creare tessuti muscolari con una stampante 3D.

Rispetto alla produzione di organi sulla Terra, l’assenza di gravità offre una condizione essenziale: annullando il peso dei materiali utilizzati nel processo di stampa, se ne previene il collasso o la deformazione prima che questi si solidifichino.

Con un sistema innovativo di biofabbricazione chiamato G-FLight (Gravity-independent Filamented Light), durante le fasi di assenza di peso di 30 voli parabolici, gli scienziati sono riusciti a riprodurre fibre muscolari identiche a quelle del corpo umano.

Nello spazio erano già stati fatti dei test con questo strumento che ricostruisce gli oggetti a strati, ma mai erano stati prodotti tessuti umani.

Tale successo apre le porte a nuove ricerche e sperimentazioni che possano offrire un’alternativa per contrastare il deterioramento muscolare degli astronauti in orbita e magari, in futuro, rendere possibile il trapianto di organi sugli esseri umani.

 

Crediti video: Eth Zurich, Nasa, Esa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.