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La Soyuz torna nello spazio

La Stazione spaziale internazionale non resterà disabitata: il 3 dicembre la Soyuz è tornata ad agganciarsi alla ISS. Partita dalla base di Baikonur in Kazakistan con a bordo i membri dell’Expedition 58, composta dalla statunitense Anne McClain, dal russo Oleg Kononenko e dal canadese David Saint-Jacques, la navicella russa è tornata in operatività dopo l’incidente dello scorso 11 ottobre che aveva costretto gli astronauti a bordo a un atterraggio di emergenza.

Il successo del lancio scongiura il rischio di vedere la casa spaziale senza i suoi abitanti per la prima volta in quasi vent’anni. Il lift-off è avvenuto alle 12.31 italiane, e l’arrivo della capsula sulla Iss circa 6 ore più tardi, intorno alle 18.35 italiane.

Il via libera alla missione è arrivato dopo la conclusione dell’inchiesta avviata da Roscosmos per ricostruire l’incidente di quasi due mesi fa, quando la Soyuz Ms-10 con a bordo il cosmonauta Alexey Ovchinin e l’astronauta Nick Hague è rientrata a pochi minuti dal lancio a causa della mancata apertura della valvola di uno dei 4 razzi laterali.

L’agenzia spaziale russa ha appurato che si è trattato di un errore umano nella fase finale di assemblaggio, che per quanto grave metterebbe al riparo dai dubbi sulla sicurezza degli altri veicoli Soyuz,  garantendo così le missioni future sulla casa spaziale.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.