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Destinazione Urano, ipotesi Starship

Il successo degli ultimi test di Starship ha candidato il potente razzo di SpaceX per la prima missione su Urano.

L’unica volta che abbiamo ‘visitato’ il pianeta fu 40 anni fa, quando la sonda Voyager 2 gli passò accanto, a circa 81mila chilometri, raccogliendo dati importanti prima di proseguire il suo viaggio verso lo spazio interstellare.

Urano e Nettuno non hanno mai avuto sonda orbitante dedicata al loro studio. Il problema è la loro distanza. Si trovano all’estremità del nostro Sistema Solare, ci vuole tempo per raggiungerli e risorse per mantenere una missione. Tuttavia, sono estremamente interessanti: molti esopianeti presentano caratteristiche simili a loro e, in particolare Urano ha un asse di rotazione unico, quasi parallelo al suo piano orbitale.

Per questo già nel 2022 una missione su Urano era stata inserita tra le massime priorità in un Rapporto dell’Accademia Nazionale delle Scienze. L’idea è quella di inviare una sonda chiamata Uop (Uranus Orbiter and Probe) entro il 2032; lanciata a bordo di un Falcon Heavy, e sfruttando poi l’assistenza gravitazionale di Giove, il viaggio della sonda dovrebbe durare 13 anni. Se si perde questa finestra di lancio che sfrutta il passaggio da Giove, quella successiva sarebbe a metà degli anni Quaranta ritardando ulteriormente gli studi.

Starship invece, potrebbe dimezzare i tempi di arrivo su Urano e senza l’aiuto di fionde gravitazionali. Oltre alla capacità di sollevamento, ci sono altri due aspetti innovativi a suo favore: sarà in grado di fare rifornimento di carburante in orbita, mentre il sistema di protezione termica verrà adattato per sostenere la frenata della sonda nella fase di inserimento nell’orbita del pianeta. I calcoli prevedono un viaggio di soli sette anni con sette lanci di rifornimento.

La candidatura di Starship, per la prima missione verso Urano, è stata presentata dai ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) uno dei più importanti istituti di ricerca al mondo. Le capacità richieste non sono ancora state dimostrate, ma il ritmo del suo sviluppo è promettente.

 

Crediti video: SpaceX, Nasa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.