Sono stati scoperti appena sei anni fa e ora, con un nuovo rilevamento, gli astronomi potrebbero spiegare l’origine dei ‘cerchi radio anomali’ con i deflussi di supervento dalle radiogalassie a spirale che li ospitano.
Si tratta di anelli giganteschi, a emissione radio, che circondano le galassie; deboli strutture di plasma, le cui particelle di gas sono influenzate da potenti campi magnetici e si muovono quasi alla velocità della luce. Ricerche precedenti suggeriscono che questo fenomeno cosmico si sia generato a seguito delle onde d’urto provocate dalla fusione di buchi neri o galassie.
La collaborazione tra astronomi professionisti e astronomi amatoriali, i cosiddetti citizen scientist, ha reso possibile la scoperta del cerchio radio anomalo più distante e potente; una sorgente (J131346.9+500320), rilevata quando l’Universo aveva circa 8 miliardi di anni e che presenta addirittura due anelli intersecati.
Gli studiosi hanno utilizzato Lofar, il radiotelescopio con oltre 20mila antenne sparse per il territorio europeo che, al momento, ha la maggiore sensibilità nelle basse frequenze. Le analisi hanno mostrato getti di plasma provenienti dalle galassie di appartenenza e che parrebbero piegarsi per andare a formare dei cerchi. L’ipotesi quindi è che il plasma magnetizzato scontrandosi con il plasma caldo di quella regione ricca di ammassi galattici, assuma la forma di anello.
I cerchi radio anomali potrebbero quindi far parte di quelle insolite strutture cosmiche modellate dai venti e dai loro ambienti, o da getti di buchi neri.
Crediti video: RAD@home, Nasa, Esa, Astron