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Via col vento… su Marte

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Immagina una flotta di sfere metalliche leggere che si muovono sul suolo marziano spinte soltanto dal vento. Non è fantascienza, ma il cuore di un progetto innovativo che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui esploriamo il pianeta rosso. Ispirati ai tumbleweed — le piante secche che rotolano nei deserti americani — questi rover sferici promettono di coprire vaste aree marziane con costi contenuti e una considerevole efficienza energetica.

Il progetto è guidato dal Team Tumbleweed, un consorzio internazionale di giovani scienziati che ha recentemente superato una tappa fondamentale: i test in galleria del vento presso l’Università di Aarhus, in Danimarca. In condizioni atmosferiche simulate — 17 millibar di pressione, simili a quelle marziane — prototipi di 30, 40 e 50 centimetri di diametro hanno dimostrato di poter essere messi in moto da brezze tra i 9 e i 10 metri al secondo. Secondo le simulazioni, un singolo rover potrebbe percorrere oltre 2.800 chilometri in condizioni favorevoli, ma il vero potenziale risiede nella possibilità di schierare interi sciami di sfere robotiche, capaci di raccogliere dati simultaneamente da più punti del pianeta e generare mappe ambientali dinamiche e dettagliate.

Il Tumbleweed Science Testbed in una cava di Maastricht. Crediti: Team Tumbleweed

La tecnologia di questi robot è essenziale ma ingegnosa: costituiti da telai sferici in filo metallico, dispongono di vele interne e strumenti scientifici di base. Durante i test, i rover hanno raccolto dati ambientali rotolando su terreni sabbiosi, rocciosi e persino in pendenza. In condizioni terrestri, sono riusciti a salire su pendii di 11,5°, che su Marte — grazie alla gravità ridotta — corrispondono a circa 30°.

Lo scorso aprile, un prototipo di rover del diametro di 2,7 metri, il Tumbleweed Science Testbed, è stato provato in una cava inattiva a Maastricht, nei Paesi Bassi. Il vano di carico modulare del rover ospitava una serie di sensori commerciali, tra cui una fotocamera, un magnetometro, un’unità di misura inerziale e un Gps. Gli esperimenti hanno confermato che il dispositivo è in grado di raccogliere ed elaborare dati ambientali in tempo reale mentre rotola su terreni naturali.

Il prossimo test sarà effettuato sul campo nel deserto di Atacama, in Cile, previsto per novembre. Qui, i prototipi saranno equipaggiati con strumenti più sensibili, per verificarne la capacità di raccogliere dati di precisione anche durante il movimento.

Con progetti innovativi come i rover tumbleweed, il futuro dell’esplorazione spaziale si delinea sempre più sostenibile e accessibile: un ecosistema in espansione, che investe in tecnologie riutilizzabili, missioni low-cost e soluzioni ingegnose per ridurre l’impatto ambientale e i costi di accesso allo spazio.

Foto in alto: uno dei piccoli prototipi di rover tumbleweed nella galleria del vento ad Aarhus. Crediti: Team Tumbleweed

Germana Galoforo: Germana Galoforo è Primo Tecnologo presso l'Agenzia Spaziale Italiana, dove da oltre 19 anni cura, progetta e gestisce iniziative educative e di divulgazione tecnico-scientifica in ambito spaziale, oltre a eventi ispirazionali per i giovani, a livello nazionale e internazionale. Dopo la Laurea con lode in Scienze della Comunicazione presso l'Università Sapienza di Roma, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Marketing e Comunicazione d'Impresa presso l'Università IULM di Milano, dove ha successivamente svolto un periodo di docenza e ricerca. È stata responsabile delle attività educative per sette missioni di astronauti italiani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e, attualmente, ricopre l'incarico di responsabile del Settore Education e Outreach di ASI. È Chair e delegata italiana presso l'Advisory Committee on Education dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). È inoltre autrice di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche.