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L’attività solare è inaspettatamente in aumento dal 2008

I dati degli ultimi due decenni indicavano che il Sole stesse andando verso un lungo periodo di bassa attività ma questa tendenza si è invertita nel 2008

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Il Sole non sarà protagonista di un indebolimento di lungo termine come atteso, piuttosto di un inaspettato aumento dell’attività solare. Lo suggerisce una nuova ricerca, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, basata sui dati di diverse missioni Nasa, tra cui Ace (Advanced Composition Explorer) e la missione Wind, che hanno studiato per decenni il plasma e le particelle energetiche che fluiscono dal Sole verso la Terra.
Secondo il nuovo lavoro, la nostra stella sta diventando dal 2008 sempre più attiva. Nonostante i dati raccolti dagli anni ’80 indicassero che il vento solare si era notevolmente indebolito per decenni, portando gli scienziati a pensare che il Sole stesse andando verso un lungo periodo di bassa attività, dal 2008 questo flusso di particelle cariche espulse dal Sole ha subìto, al contrario, un aumento costante dei sui diversi parametri.
Il vento è tra gli indicatori principali dell’attività solare.
Questa sua inversione di rotta potrebbe portare ora a una amplificazione degli eventi estremi dello space weather – come tempeste solari, brillamenti ed espulsioni di massa coronale – e di conseguenza anche dei rischi sia per le tecnologie satellitari e i veicoli spaziali sia per gli equipaggi in viaggio nello spazio circumterrestre.

Oltre al vento solare, un altro parametro assunto come cartina tornasole dell’attività della nostra stella è il numero di macchie solari, ovvero quelle regioni più fredde e scure sulla superficie del Sole prodotte dalla concentrazione di linee di campo magnetico.
Le aree del Sole con più macchie solari sono spesso quelle associate a una maggiore attività, tra cui i brillamenti, che sono intense esplosioni di radiazioni, e le espulsioni di massa coronale, che sono, invece, enormi bolle di plasma che eruttano dalla superficie della nostra stella e attraversano il Sistema Solare.

Il numero delle macchie varia all’interno di ciascun ciclo solare, ossia il periodo di 11 anni durante il quale l’attività della nostra stella prima aumenta progressivamente fino al massimo solare, per poi diminuire fino al minimo solare. Ora siamo poco oltre il punto di massimo dell’attuale ciclo solare, il 25°. Quello precedente, il 24°, è stato il più debole mai registrato dall’inizio dell’era spaziale.
Il nuovo studio dimostra però che l’attività solare si sta riprendendo dal declino degli scorsi decenni suggerendo che l’eccezionale debolezza del ciclo solare 24 possa essere interpretata molto probabilmente come un’anomalia recente e che il Sole non stia entrando in realtà in una fase minima dell’era moderna. Fino ad oggi, lunghe fasi più tranquille del Sole sono state registrate in un primo periodo di tre decenni, dal 1645 al 1715, e un secondo periodo di quattro decenni, dal 1790 al 1830.

Intanto, Nasa ha già in programma di lanciare a fine mese tre nuove missioni per studiare l’influenza del Sole sul Sistema Solare: sono ImapCarruthers Geocorona Observatory, ambedue di Nasa, e la sonda spaziale Space Weather Follow On-Lagrange 1 (Swfo L1) di Noaa.

Immagine in evidenza: Il 9 settembre 2025, il Solar Dynamics Observatory della Nasa ha catturato questa immagine del Sole. Crediti: Nasa/Gsfc/Solar Dynamics Observatory

Giuseppe Nucera: Comunicatore scientifico e Multimedia producer. Laureato in Sociologia, ho conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile dell'Università Milano-Bicocca. Dal 2012 collaboro con diverse agenzie editoriali e pubbliche per comunicare online ricerche e progetti scientifici.