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Il censimento degli ammassi stellari di Gaia

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Il satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, sta rilasciando una quantità colossale di dati, dopo aver mappato con estrema precisione posizioni, distanze e moti di quasi due miliardi di stelle per costruire la più grande mappa mai realizzata della nostra galassia, la Via Lattea, sin dall’anno del suo lancio in orbita, il 2013.

La missione ha terminato la sua fase osservativa nel gennaio 2025 e grazie a una serie di ‘release’ programmate, ha fornito e fornirà gradualmente banche dati per la comunità scientifica internazionale.

Anche l’Italia, grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, ha dato il suo contributo all’impresa. Cristina Leto, project manager di Gaia per Asi, commentò così la notizia relativa allo spegnimento del satellite:

«Grazie all’importante contributo italiano alla missione Gaia, fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e grazie alla professionalità e al lavoro degli scienziati italiani che partecipano al Gaia Dpac (Data Processing and Analysis Consortium), al Data processing center italiano (Dpct) presso il Centro Altec di Torino (uno dei 6 Dpcs di Gaia) e allo Space Science Data Center (Ssdc in Asi), che processano e distribuiscono i dati della missione, il lavoro di Gaia non finisce qui! Le prossime release di dati scientifici contribuiranno nei prossimi anni a migliorare la conoscenza della nostra galassia e non solo, con una precisione mai vista prima».

In particolare, Gaia ha mappato il modo in cui le diverse stelle sfrecciano nello spazio e ne ha individuato la posizione con una precisione senza precedenti. Il telescopio ha osservato se si restringono e si gonfiano, ha individuato sorprendenti “terremoti stellari”, ha monitorato come le stelle crescono, evolvono e si cristallizzano mentre muoiono, e ha scoperto oggetti celesti in movimento in cerca di asilo nella nostra galassia dopo essere stati espulsi dalla propria. Ha creato la mappa multidimensionale più grande e precisa mai realizzata della nostra galassia.

Fondamentalmente, Gaia ha analizzato attentamente il contenuto della nostra galassia per capire meglio gli ammassi stellari, che definiscono la natura e la composizione del disco della nostra galassia e contengono indizi su ciò che è accaduto nel suo passato.

Se vogliamo comprendere la storia e l’evoluzione della Via Lattea, dobbiamo comprendere gli ammassi stellari.

Allora, cosa ha svelato Gaia su di loro?

Innanzitutto, la sonda ha effettuato un ‘censimento’ degli ammassi, mappandone la posizione, definendone le caratteristiche principali (età, dimensioni, distanza, composizione, moti interni ed esterni e altro) e distinguendo gli ammassi stellari reali dagli allineamenti casuali nel cielo (asterismi). Lavorare su oggetti cosmici come le stelle, esplorandoli in blocco, offre molti più spunti e intuizioni che analizzandoli uno ad uno.

I dati ad alta precisione di Gaia hanno permesso di individuare nuovi gruppi coerenti di stelle – quelle che si muovono allo stesso modo o nella stessa regione dello spazio – e di localizzare strutture complesse nascoste all’interno di ammassi noti. Gli scienziati hanno anche applicato l’intelligenza artificiale (Ia) ai dati di Gaia, utilizzando algoritmi e approcci di apprendimento automatico per individuare nuovi elementi degli ammassi e sottogruppi di stelle.

In questo modo, Gaia ha spinto gli studiosi a ripensare il modo in cui cercare i gruppi stellari. Ha scoperto che alcune famiglie di stelle si comportano in modo insolito, senza il tipo di movimento coerente che ci aspetteremmo di vedere da stelle che si sono formate insieme.

Le prossime indagini del cielo e missioni come Plato dell’Esa – il cacciatore di pianeti che caratterizzerà anche gli esopianeti rocciosi e le loro stelle ospiti – completeranno i risultati di Gaia rivelandoci ulteriori informazioni sulle stelle nei nostri cieli e consentendoci di studiarne le caratteristiche in modo più dettagliato.

Nell’immagine in copertina, una rappresentazione artistica della Via Lattea. Le annotazioni indicano i nomi delle varie strutture. (Crediti: Esa/Gaia/Dpac, Stefan Payne-Wardenaar.
Cc By-Sa 3.0 Igo)

 

Infografica della missione Gaia. (Crediti: Esa)

Silvia Martone: Dopo la laurea magistrale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, si avvicina al mondo della comunicazione e diventa giornalista. Prima di scrivere di spazio, si è occupata di ambiente ed energie rinnovabili. Ama leggere e viaggiare.