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Nuove teorie sull’abitabilità di Cerere

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Il pianeta nano Cerere potrebbe aver ospitato materiale organico in un periodo compreso tra mezzo miliardo e due miliardi di anni dopo la sua formazione. Utilizzando i dati della missione Dawn della Nasa, la ricerca è stata pubblicata su Nature Advances.

Classificato come un asteroide fino al 2006, il pianeta nano si trova nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove.

Studi precedenti avevano già rilevato su Cerere la presenza di acqua e carbonio, tasselli fondamentali per l’abitabilità. Regioni luminose e riflettenti mostravano l’esistenza di sali che filtravano dal sottosuolo, la cui fonte si è poi rivelata essere un’enorme riserva di acqua. La sonda ha poi identificato del materiale organico sotto forma di molecole di carbonio.

Con la nuova ricerca gli scienziati hanno costruito modelli termici e chimici per simulare il cambiamento nel tempo della temperatura e della composizione interna al pianeta offrendo un terzo tassello: la sorgente di energia chimica nell’antico passato di Cerere che potrebbe aver reso possibile la sopravvivenza dei microrganismi.

Secondo le simulazioni, circa 2,5 miliardi di anni fa l’oceano sotterraneo di Cerere riceveva un afflusso costante di acqua calda, contenente gas disciolti, che risalivano dal suo rovente nucleo roccioso. Un processo interno, avvenuto quando il pianeta nano era giovane, molto comune nel nostro Sistema Solare e che genera una grande quantità di microrganismi.

Oggi Cerere è più freddo, con più ghiaccio e meno acqua rispetto al passato ed è improbabile che possa ospitare forme di vita.

I risultati aiuteranno anche a comprendere meglio il grado di abitabilità che anticamente possono aver avuto le lune ghiacciate e i pianeti nani di dimensioni simili a Cerere. La condizione, però, è che essi non presentino un significativo riscaldamento interno dovuto all’attrazione gravitazionale dei pianeti, così come accade per Encelado e Europa, rispettivamente, le lune di Saturno e Giove.

 

Immagine in evidenza: il pianeta nano Cerere ripreso dalla missione Dawn- Crediti: Nasa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.