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Marte, ghiacciai colmi d’acqua

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I ghiacciai di Marte possiedono una quantità di acqua maggiore rispetto alle precedenti ipotesi. È quanto emerge da uno studio, pubblicato su Icarus.

Se in passato, i ghiacciai coperti da detriti facevano supporre che fossero costituiti principalmente da roccia avvolta da una piccola quantità di ghiaccio, negli ultimi 20 anni le analisi su alcuni di essi, hanno dimostrato il contrario: queste masse contengono ghiaccio puro e sono coperte da sottili strati di sassi e polvere. Secondo il nuovo studio, i ghiacciai di Marte contengono addirittura oltre l’80 percento di acqua, fornendo ulteriori indizi sull’evoluzione di Marte e una plausibile risorsa per il futuro.

Utilizzando Sharad (Shallow Radar), lo strumento a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, i ricercatori hanno esaminato cinque siti distribuiti su tutto il pianeta per consentire un confronto globale.

«Tecniche diverse erano state applicate dai ricercatori a vari siti e i risultati non potevano essere facilmente confrontati – ha detto Isaac Smith del Planetary Science Institute in Arizona e autore della ricerca – Uno dei siti del nostro studio non era mai stato indagato e in due dei cinque siti che abbiamo utilizzato, era stata completata in precedenza solo un’analisi parziale».

Attraverso osservazioni specifiche sulla ‘proprietà dielettrica’ (velocità con cui le onde radar si muovono attraverso un materiale) e la ‘tangente di perdita’ (velocità con cui l’energia dell’onda radar si dissipa in un materiale) di queste aree, gli scienziati sono riusciti a ottenere il rapporto ghiaccio roccia all’interno dei ghiacciai.

Oltre a scoprire l’elevato contenuto di ghiaccio puro, hanno rilevato proprietà simili anche sui siti di emisferi opposti.

«Da ciò, possiamo concludere che Marte ha subìto una glaciazione diffusa o più glaciazioni con proprietà simili – ha detto Smith – E, riunendo per la prima volta questi siti e queste tecniche, siamo stati in grado di unificare la nostra comprensione di questi tipi di ghiacciai».

Conoscere la purezza minima di questi ghiacciai favorisce la comprensione scientifica dei processi che li formano e li preservano. Inoltre, è utile nella pianificazione di future esplorazioni umane che necessitano risorse locali

Il team valuterà altri ghiacciai per integrare il confronto.

 

Immagine di copertura: ghiacciai di Marte coperti da detriti – Crediti: Nasa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.