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    Categorie: cosmo

Webb punta i suoi occhi sull’Ammasso di Pandora

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Il telescopio spaziale Nasa-Esa-Csa James Webb ha individuato decine di piccole galassie che potrebbero aver avuto un ruolo cruciale in una delle trasformazioni più importanti dell’universo primordiale: la reionizzazione, il passaggio da un cosmo avvolto da gas idrogeno neutro a uno trasparente e ionizzato, come lo conosciamo oggi.

Lo studio, guidato dalla Catholic University of America e dal Nasa Goddard Space Flight Center, è stato presentato durante il 246esimo incontro dell’American Astronomical Society ad Anchorage, in Alaska.

Grazie alla sensibilità degli strumenti NirCam e NirSpec a bordo di Webb, il team ha individuato 83 galassie in fase di intensa formazione stellare risalenti a circa 800 milioni di anni dopo il Big Bang, appena il 6 percento dell’età attuale dell’universo. Di queste, 20 sono state analizzate in dettaglio. La ricerca si è concentrata sull’ammasso galattico Abell 2744, noto come Ammasso di Pandora, distante circa 4 miliardi di anni luce. La sua massa agisce da lente gravitazionale, amplificando le galassie molto più lontane e deboli, permettendo così a Webb di osservarle con una precisione senza precedenti.

Gli scienziati hanno identificato queste galassie analizzando un segnale specifico: la luce verde dell’ossigeno doppiamente ionizzato, emessa originariamente nel visibile e poi allungata fino all’infrarosso dall’espansione dell’universo. Questo segnale è indice di processi energetici estremi, come quelli generati da violente ondate di formazione stellare. Secondo gli autori dello studio, se queste piccole galassie, simili alle rare “green peas”, oggetti compatti e di piccola massa con un altissimo tasso di formazione stellare, emettono circa il 25 percento della loro luce ultravioletta ionizzante nell’ambiente circostante, potrebbero essere state sufficienti a innescare la reionizzazione su scala cosmica.

«Queste piccole galassie producono molta più luce ultravioletta di quanto ci si aspetterebbe date le loro dimensioni – ha dichiarato Isak Wold, ricercatore presso la Catholic University of America e il Goddard Space Flight Center della Nasa. Grazie a un’analisi dieci volte più sensibile rispetto agli studi precedenti, abbiamo scoperto che erano numerose e abbastanza potenti da contribuire in modo decisivo alla trasformazione dell’universo nelle sue fasi iniziali».

 

Foto in apertura:  i rombi di colore bianco nella foto mostrano la posizione delle 83 galassie svelate da Webb. Crediti: Nasa/Esa/Csa/Bezanson et al. 2024 and Wold et al. 2025

Fulvia Croci: Giornalista pubblicista, dopo la laurea in Relazioni Internazionali si avvicina al mondo della comunicazione scientifica. Nel corso degli anni ha trattato una vasta gamma di temi legati all'esplorazione spaziale, alla ricerca e alle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana.