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Il meteo su Titano

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Per la prima volta gli scienziati hanno osservato le condizioni meteorologiche dell’emisfero nord di Titano, una delle lune di Saturno.

Questo corpo è particolarmente interessante poiché presenta, similmente alla Terra, nuvole e pioggia e l’emisfero settentrionale contiene la maggior parte dei laghi e dei mari di Titano.

Le osservazioni si sono svolte sia dallo spazio sia da Terra, nel novembre 2022 e nel luglio 2023 utilizzando il telescopio Webb e uno dei telescopi W.M. Keck. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Astronomy.

«Titano è l’unico altro luogo del nostro Sistema Solare che ha condizioni meteorologiche simili a quelle della Terra, nel senso che presenta nuvole e precipitazioni sulla superficie» ha spiegato l’autore principale Conor Nixon del Goddard Space Flight Center della Nasa.

Titano è una luna ghiacciata avvolta da una foschia giallastra e un’atmosfera composta principalmente da azoto. A differenza della Terra, il cui clima è determinato dall’evaporazione e condensazione dell’acqua, su Titano l’ingrediente fondamentale è il metano. Questo evapora dalla superficie e sale in atmosfera, dove si condensa formando nubi di metano e occasionalmente ricade sotto forma di pioggia gelida.

I ricercatori hanno rilevato nubi alle medie latitudini che sembravano spostarsi verso altitudini più elevate nell’arco di diversi giorni. Mentre in studi precedenti avevano osservato la convezione delle nubi alle latitudini meridionali, questa è la prima volta che si osserva tale convezione al nord, l’area più ricca di laghi e mari, fonti principali di metano.

Titano inoltre, è un oggetto di grande interesse astrobiologico per la sua complessa chimica organica (contenente carbonio), nonostante la sua gelida temperatura che raggiunge i -180 gradi Celsius. Le molecole organiche costituiscono la base della vita sulla Terra e studiarle su un mondo come Titano potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere i processi che hanno portato all’origine della vita sulla Terra.

Il telescopio Webb ha rilevato una molecola chiave contenente carbonio e che si forma quando il metano viene scisso. Rilevare questa sostanza significa che gli scienziati possono osservare per la prima volta la chimica in azione su Titano, anziché solo gli ingredienti iniziali e i prodotti finali. «Su Titano, il metano è un materiale di consumo. È possibile che venga costantemente rifornito e che fuoriesca dalla crosta e dall’interno per miliardi di anni. In caso contrario, alla fine scomparirà completamente e Titano diventerà un mondo per lo più privo di aria, popolato di polvere e dune» ha concluso Conor.

 

Immagine in evidenza: Titano visto da Webbe Keck il’11 e 14 luglio 2023 – Crediti: Nasa, Esa, Csa, Keck Observatory

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.