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Ossigeno lunare prodotto in laboratorio

This composite image of the moon using Clementine data from 1994 is the view we are most likely to see when the moon is full. Credit: NASA To learn about NASA's LRO project go to: http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/main/index.html NASA Goddard Space Flight Center contributes to NASA’s mission through four scientific endeavors: Earth Science, Heliophysics, Solar System Exploration, and Astrophysics. Goddard plays a leading role in NASA’s endeavors by providing compelling scientific knowledge to advance the Agency’s mission. Follow us on Twitter Join us on Facebook

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Nei laboratori della Nasa, l’ossigeno molecolare bolle in pentola: l’uomo potrebbe presto respirare sulla Luna e sfruttare l’ossigeno come propellente per i lander lunari. È quanto suggeriscono i risultati di un test condotto al Kennedy Space Center, in Florida, dove un gruppo di ricercatori – in collaborazione con l’azienda spaziale Lunar Resources – è riuscito a estrarre ossigeno puro da suolo lunare simulato.

Il processo si chiama elettrolisi della regolite fusa ed è una sorta di ‘cottura’ ad alta tecnologia. Impiegando un reattore sperimentale, inserito in una camera a vuoto che simula le condizioni ambientali della Luna, i ricercatori hanno prodotto ossigeno molecolare puro a partire dalla regolite, la miscela di polvere e roccia che ricopre il suolo del nostro satellite. Durante i test, la camera a vuoto ha riprodotto la pressione del vuoto presente sulla superficie lunare. Il reattore ha riscaldato circa 25 chilogrammi di regolite simulata fino a una temperatura di 1700 °C, trasformandola in un composto fuso. Una volta raggiunta questa fase, passando attraverso la regolite fusa, un flusso di corrente elettrica ha separato l’ossigeno – liberato in forma gassosa – dai metalli presenti nel suolo.

«È la prima volta che la Nasa produce ossigeno molecolare utilizzando questo metodo», spiega Annie Meier, responsabile del progetto. «Il processo di riscaldamento del reattore è simile a quello di una pentola da cucina avanzata. Una volta messo il coperchio, osserviamo i gas che vengono prodotti.»

Produrre ossigeno direttamente sulla Luna ridurrebbe in modo significativo i costi e la complessità delle missioni spaziali, diminuendo anche la dipendenza dai rifornimenti terrestri. Non solo: oltre a fornire aria respirabile, l’ossigeno estratto potrebbe essere utilizzato come ossidante nei carburanti per razzi e lander e contribuire a produrre metalli utili alla costruzione di pannelli solari e infrastrutture lunari.
Una volta perfezionato sulla Terra, il processo potrà essere riprodotto durante le future missioni sulla Luna. Nel frattempo, la camera a vuoto e il reattore potranno anche essere aggiornati per simulare altre condizioni ambientali, sia lunari che marziane, in vista di ulteriori test e applicazioni.

 

In apertura: Luna piena. Crediti: Nasa

Gloria Nobile: Penna per scrivere, voce per raccontare. Sono una comunicatrice scientifica, da sempre appassionata di astronomia e documentari. Dopo la Laurea magistrale in Giornalismo, ho conseguito il Master in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Oggi scrivo per l’Agenzia spaziale italiana e mi occupo della comunicazione della candidatura italiana per il progetto Einstein Telescope.