Modelli anatomici innovativi hanno permesso di testare, in modo più rapido ed economico, le tute spaziali di prossima generazione.
Gli astronauti del programma Artemis si avventureranno in regioni con temperature estreme rispetto ai siti di atterraggio dell’era Apollo. Alla ricerca di risorse d’acqua, fondamentali per rimanere in modo stabile sulla Luna, dovranno trascorrere fino a due ore consecutive all’interno di crateri, nelle cosiddette regioni permanentemente in ombra e tra i luoghi più freddi del Sistema Solare. Testare guanti e stivali diventa fondamentale poiché sono gli elementi che resteranno più a contatto con superfici e strumenti freddi.
Al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, una camera unica nel suo genere raggiunge temperature fino a -223 gradi centigradi. Si chiama Citadel (Cryogenic Ice Testing, Acquisition Development and Excavation Laboratory) una struttura costruita per supportare missioni di esplorazione robotica verso mondi oceanici ghiacciati e quindi potenzialmente adatti alla vita.
Mentre in passato gli astronauti hanno partecipato ai test termici, gli scienziati di Citadel hanno utilizzato una mano e un piede di manichino costruiti su misura. Un sistema di circuiti ha simulato il flusso di sangue caldo, mentre sensori di temperatura e flusso termico hanno fornito i dati dall’interno di guanti e stivali.
Secondo i ricercatori della Nasa, grazie a questi test, siamo un passo più vicini al ritorno degli astronauti sulla Luna.
Crediti video: Nasa, Esa