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Webb svela nuovi dettagli di una nebulosa planetaria

The NASA/ESA/CSA James Webb Space Telescope has taken the most detailed image of planetary nebula NGC 1514 to date thanks to its unique mid-infrared observations. Webb shows its rings as “fuzzy,” intricate clumps of dust. It’s also easier to see holes punched through the bright pink central region. [Image description: What looks like a single large, bright star (but is two) shines with bright purple diffraction spikes at the center of a large, diffuse cylinder of gas and dust that is tipped to the right. At the center is a bright pink clumpy cloud that takes up about 25% of the view. There are two large rings seen at a roughly 60-degree angle that appear joined at top left and bottom right. The edges are denser, and form shallow V-shapes that go inward. The rings appear orange at top left and bottom right, and are blue at bottom and center right. There is diffuse orange material around the body. The black background of space is speckled with tiny stars and galaxies mostly in blues and yellows. Areas Webb did not observe are along the top edges, a thin vertical near the nebula at top left, and at the bottom left and right corners.]

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Il telescopio James Webb ha osservato con lo strumento Miri la nebulosa planetaria Ngc1514, delineandone un ritratto completo. Sebbene gli anelli intorno alla nebulosa siano stati scoperti nel 2010, oggi il telescopio Nasa/Esa/Csa permette agli scienziati di esaminare in modo completo la natura turbolenta dell’oggetto celeste. Lo strumento Miri, grazie alle sue osservazioni nel medio infrarosso, ha ripreso le sfumature della nebulosa, in particolare i suoi anelli polverosi “sfocati” e i “buchi” nella regione centrale di colore rosea.
Le due stelle centrali, avvolte da un arco di polvere arancione, che appaiono come una sola nella foto, hanno forgiato questo scenario nel corso di migliaia di anni – e continueranno a farlo ancora. Il gas e la polvere espulsi dalla stella morente nel cuore di Ngc 1514 sono stati messi completamente a fuoco grazie ai dati che Webb ha raccolto nel medio infrarosso.
Una di queste stelle, che un tempo era molto più massiccia del nostro Sole, ha avuto il ruolo da protagonista del produrre ciò che vediamo. Essendo una stella nana bianca, i suoi venti hanno avuto movimenti contrastanti, prima accelerati, poi indeboliti, il che potrebbe aver spazzato via il materiale in sottili gusci. La forma di Ngc 1514 èparticolare, moltopiù simile a una clessidra che a una sfera.
Si possono infatti scorgere gli accenni del centro schiacciato. Quando la stella era al culmine della perdita di materiale, la sua compagna potrebbe essersi avvicinata molto, dando origine a queste forme insolite. Invece di produrre una sfera, questa interazione potrebbe aver formato degli anelli, conferendo una forma unica alla nebulosa.

Crediti foto: Nasa, Esa, Csa, STScI, Michael Ressler (Nasa-Jpl), Dave Jones (Iac)

Silvia Martone: Dopo la laurea magistrale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, si avvicina al mondo della comunicazione e diventa giornalista. Prima di scrivere di spazio, si è occupata di ambiente ed energie rinnovabili. Ama leggere e viaggiare.