Uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letter e firmato da un team di ricerca internazionale mostra che le variazioni di luminositĂ osservate nellâoggetto celeste noto come Simp 0136 sono il risultato di una complessa combinazione di fattori atmosferici.
Utilizzando il telescopio spaziale James Webb per monitorare lâampio spettro di luce infrarossa emessa da Simp 0136 nel corso di due interi periodi di rotazione, il gruppo di scienziati è stato in grado di rilevare variazioni negli strati nuvolosi, nella temperatura e nella chimica del carbonio che prima erano impercettibili.
I risultati forniscono una visione privilegiata della complessitĂ tridimensionale delle atmosfere dei giganti gassosi allâinterno e allâesterno del nostro sistema solare. La caratterizzazione dettagliata di oggetti come questi è un tassello essenziale per lâacquisizione di immagini dirette di esopianeti da parte del telescopio spaziale Nancy Grace Roman della Nasa, il cui lancio è previsto nel 2027.
Ma quali sono le caratteristiche di questo affascinante corpo celeste? Simp 0136 è un oggetto in rapida rotazione e libero di fluttuare, con una massa circa 13 volte superiore a quella di Giove, situato a soli 20 anni luce dalla Terra. Ă difficile da classificare come esopianeta gigante gassoso perchĂŠ non orbita attorno a una stella. Inoltre, è molto simile a una nana bruna. Senzâaltro, Simp 0136 è il caso studio ideale per analizzare lâatmosfera degli esopianeti.
ÂŤEravamo a conoscenza delle variazioni di luminositĂ ed eravamo certi che ci fossero strati nuvolosi disomogenei e in evoluzione â ha spiegato Allison McCarthy, dottoranda alla Boston University e autrice principale dello studio â Abbiamo anche pensato che potessero presentarsi sbalzi di temperatura, reazioni chimiche e forse alcuni effetti dellâattivitĂ aurorale che influenzano la luminositĂ , ma non ne eravamo sicuri come lo siamo adessoÂť.
Prima dâora, Simp 0136 era stata ampiamente studiata con telescopi a terra e con i telescopi spaziali Hubble e Spitzer della Nasa. Ma era necessaria la capacitĂ di Webb di misurare cambiamenti molto precisi nella luminositĂ su unâampia gamma di lunghezze dâonda.
Con NirSpec (Near-Infrared Spectrograph), Webb ha catturato migliaia di spettri individuali da 0,6 a 5,3 micron, uno ogni 1,8 secondi per piĂš di tre ore, mentre lâoggetto compiva una rotazione completa. A ciò ha fatto immediatamente seguito unâosservazione con lo strumento Miri (Mid-Infrared Instrument), che ha raccolto centinaia di misure spettroscopiche di luce da 5 a 14 micron, una ogni 19,2 secondi, durante unâaltra rotazione.
Il risultato sono state centinaia di curve di luce dettagliate, ognuna delle quali mostra la variazione di luminositĂ di una lunghezza dâonda (colore) molto precisa man mano che i diversi lati dellâoggetto ruotavano in vista.
Le variazioni di luminositĂ devono essere influenzate da una serie di fattori diversi.
Le osservazioni di Webb su questo esopianeta gassoso rappresentano un notevole passo avanti nello studio di questo tipo di oggetti celesti che fino a oggi erano ancora un mistero.
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Nellâimmagine in alto la rappresentazione artistica di Simp 0136. (Crediti: Nasa, Esa, Csa, and Joseph Olmsted, Stscl)