I buchi neri supermassicci si preparano il pasto

filamenti nell'ammasso di Perseo e del Centauro - buchi nerifilamenti nell'ammasso di Perseo e del Centauro - buchi neri

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Un nuovo passo è stato fatto per comprendere meglio come agiscono i buchi neri e in particolare come si alimentano. Sembra come se questi divoratori cosmici soffiassero sul cibo rovente per raffreddarlo prima di mangiarlo.

I risultati di questa ricerca sono emersi osservando sette ammassi di galassie. Gli ammassi contengono le galassie più massicce dell’Universo le quali ospitano al proprio centro enormi buchi neri.

I getti che fuoriescono dai buchi neri supermassicci scavano grandi cavità scontrandosi con il gas caldo presente tra le galassie, un plasma incandescente chiamato mezzo intracluster (Icm). Lo scontro produce strutture filamentose di gas e quelle che si raffreddano ricadono nuovamente al centro del buco nero alimentandolo e innescando nuove esplosioni, per un nuovo nutrimento.

Tale processo di raffreddamento è stato osservato con il telescopio spaziale Chandra che rileva i raggi X e da Terra con il Very Large Telescope (Vlt). Le immagini dell’ammasso di Perseo e dell’ammasso del Centauro mostrano in blu i filamenti di gas caldo rilevati con Chandra e in rosso i filamenti più freddi osservati dal Vlt.

Queste osservazioni sui meccanismi di alimentazione dei buchi neri hanno aperto nuove strade anche sulla conoscenza dei meccanismi di crescita delle galassie. I filamenti di gas freddo, infatti, forniscono elementi per la nascita di nuove stelle. Mostrano, inoltre, una notevole somiglianza con le code delle ‘galassie medusa’; queste si formano quando la galassia attraversa il mezzo intracluster e il suo gas viene strappato via.

 

Crediti video: Nasa

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Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.
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