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La cometa brillante come Venere è tornata dopo 160mila anni

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Scoperta nell’aprile dello scorso anno dall’Osservatorio Atlas (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) alle Hawaii, la cometa C/2024 G3 ha raggiunto il suo il suo massimo splendore il 13 gennaio.

Ieri, non solo era al suo perielio a quasi 14 milioni di chilometri dal Sole, ma anche nel punto del suo passaggio più vicino alla Terra.

L’ospite di ghiaccio ha raggiunto una magnitudine simile o superiore a quella di Venere, ma solo gli spettatori dell’emisfero meridionale hanno potuto osservarla a occhio nudo. Alle nostre latitudini, infatti, la sua visibilità, troppo bassa sull’orizzonte, in questi giorni è stata “oscurata” dal chiarore dell’alba. Stasera dovrebbe essere l’ultima occasione per osservarla, dopo il tramonto.

In un primo momento i calcoli degli scienziati suggerivano che si trattasse di una nuova cometa proveniente dalla Nube di Oort, una fascia popolata da miliardi di oggetti ghiacciati che circonda il Sistema Solare. Perfezionando i calcoli sull’orbita invece, sembra che la nostra cometa possa avere un periodo orbitale di circa 160mila anni e che sia sopravvissuta a un precedente incontro con la nostra stella.

Crediti video: Nasa, Iss, N.Lafaudeux

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.