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Esa lancia Proba-3, il primo esperimento satellitare di ‘volo in formazione’

È partita con successo Proba-3, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea che permetterà di studiare la corona solare creando artificialmente delle eclissi grazie al perfetto allineamento di due satelliti.

Il lancio è avvenuto il 5 dicembre alle 11:54, ora italiana, a bordo di un razzo Indian Polar Satellite Launch Vehicle (Pslv)-XL dal centro spaziale Satish Dhawan in India.

La partenza era stata posticipata di 24 ore a causa di un problema tecnico al sistema di propulsione di uno dei due satelliti a bordo di Proba-3 e fondamentale per creare l’assetto d’avanguardia proprio di questa missione.

Per la prima volta, infatti, una coppia di satelliti volerà in formazione, e in questo caso specifico a 150 metri di distanza, simulando un osservatorio virtuale gigante.

La caratteristica del programma Proba, che ha già alle spalle quattro lanci a partire dal 2001, è testare nuove tecnologie su satelliti di piccole dimensioni.

Il satellite Occultatore si allinea per creare un’eclissi solare per il Coronografo

Lo sviluppo di Proba-3 è iniziato nel 2014. La missione si compone di due satelliti dal peso totale di 550 chili, un Coronografo e un Occultatore. Il potente vettore Pslv a quattro stadi, con la variante XL dotata di propellente aggiuntivo, li sta portando in un’orbita altamente ellittica, e cioè con un apogeo di oltre 60mila chilometri fino a un perigeo di 600. La coppia si separerà tra circa un mese e nei successivi tre testerà gli strumenti di allineamento. In particolare, la manovra di prevenzione delle collisioni garantirà che i due satelliti possano essere lasciati in sicurezza in un’orbita senza rischi di impatti o di fuga l’uno dall’altro. L’allineamento, che dovrà mantenere una precisione millimetrica, vedrà l’Occultatore bloccare il disco solare dalla prospettiva del Coronografo, che si ritroverà ad osservare un’eclissi totale di Sole.

Il vantaggio di questo progetto è che Proba-3 sarà in grado di studiare la corona per sei ore in ogni orbita di 19 ore e 36 minuti, mentre le eclissi solari sulla Terra sono rare e durano solo pochi minuti.

La missione dovrebbe durare almeno due anni e aiutare gli scienziati a risolvere alcuni misteri che riguardano la nostra stella; per esempio, il motivo per cui la corona è più calda della superficie del Sole, oppure spiegare come il flusso continuo che parte dalla Corona, il vento solare, possa raggiungere velocità così alte. Tuttavia, la tecnologia di ‘volo in formazione’, che Probe-3 dimostrerà, potrebbe essere, alla fine, l’eredità più importante della missione.

«Il raggiungimento di un volo in formazione preciso apre un’era completamente nuova per la scienza e le applicazioni – hanno scritto i funzionari dell’Esa – Le missioni future potrebbero essere assemblate su una scala molto più ampia. Le applicazioni di interesse includono l’osservazione della Terra e la manutenzione dei satelliti in orbita».

Il lancio di questa missione è avvenuto solo poche ore prima del lancio di Vega-C dalla Guyana Francese, il cui successo conferisce nuovamente a Esa la capacità di accesso autonomo allo spazio.

 

Immagine di copertina: lancio di Proba-3 il 5 dicembre dal centro spaziale Satish Dhawan in India – Crediti: Esa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.