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La ‘salute’ del buco dell’ozono migliora

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Cauto ottimismo per le condizioni del buco dell’ozono, la riduzione ciclica dello strato di ozono stratosferico che si verifica al di sopra dell’Antartide: nel 2024 le dimensioni del buco sono state relativamente più piccole (circa 20 milioni di chilometri quadrati) rispetto agli anni passati. Lo affermano gli scienziati della Nasa e della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Adiminstration), che ipotizzano una probabile ‘guarigione’ dello scudo protettivo della Terra entro il 2066.

La ricerca si basa sui dati di alcuni satelliti per Osservazione della Terra, integrati con quelli raccolti da palloni-sonda meteorologici, che hanno consentito di effettuare un monitoraggio completo dell’area in cui si verifica l’assottigliamento. Nello specifico, i satelliti coinvolti sono: Aura (Nasa), Noaa 20 e 21 (Noaa) e Suomi-Npp (Nasa-Noaa). Durante il periodo in cui l’ozono si riduce (quest’anno è stato dal 7 settembre al 13 ottobre), la zona interessata dal fenomeno si è classificata al settimo posto per le dimensioni a partire dai rilievi iniziati nel 1992, ovvero da quando le condizioni del buco sono gradualmente migliorate in seguito al Protocollo di Montreal.

Questo documento, firmato nel 1987 ed entrato in vigore nel 1989, è mirato a limitare la produzione e l’impiego di sostanze nocive per l’ozono, in primis i clorofluorocarburi (Cfc). Si tratta di gas che erano presenti nei sistemi di raffreddamento dei frigoriferi e dei condizionatori e negli spray; negli anni il loro rilascio nell’atmosfera è diminuito drasticamente, ma in parte sono ancora nell’aria e occorreranno diversi decenni prima che si decompongano. Comunque, il miglioramento – spiegano gli studiosi – non dipende solo dall’eliminazione graduale dei Cfc ma anche da un fenomeno naturale: un inaspettato apporto di ozono, proveniente da correnti d’aria che spirano dal nord dell’Antartide.

«Il buco del 2024 sull’Antartide è più piccolo rispetto a quelli osservati nei primi anni del 2000 – ha commentato Paul Newman, scienziato del Centro Goddard della Nasa che guida la ricerca sulla salute dell’ozono – Il graduale miglioramento che abbiamo visto negli ultimi due decenni dimostra che gli sforzi internazionali che hanno frenato le sostanze chimiche che distruggono l’ozono stanno funzionando».

In alto: le dimensioni del buco dell’ozono sull’Antartide il 28 settembre 2024 (Crediti: Nasa) – L’immagine nelle dimensioni originali a questo link

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, è laureata in Lettere Moderne all'Università di Roma "La Sapienza" e lavora in ASI dal 2000. Dal 2011 si occupa di comunicazione web e social presso l'Ufficio Comunicazione dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.