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I ‘continenti’ di Venere

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È considerato il ‘gemello’ della Terra per alcuni tratti analoghi – come le dimensioni, la massa e la densità – ed è l’obiettivo di nuove missioni spaziali che prevedono un rilevante contributo italiano: si tratta di Venere, protagonista di un nuovo studio centrato sui suoi plateau che si sarebbero formati grazie a processi simili a quelli che hanno portato alla nascita dei continenti sulla Terra.

L’indagine, recentemente pubblicata su Nature Geoscience, è stata coordinata dalla School of Earth, Atmosphere and Environment della Monash University (Australia) in collaborazione con la Nasa e si è basata sia sui dati della sonda Magellano dell’ente spaziale statunitense, sia su simulazioni informatiche. La sonda, lanciata nel 1989 e attiva nell’orbita di Venere fino al 1994, è stata la prima a fotografare l’intera superficie del pianeta, fornendo alla comunità scientifica un quadro esauriente della sua geologia.

Gli autori dello studio si sono concentrati su Ishtar Terra, l’altopiano più ampio presente su Venere; l’area, grande quasi quanto l’Australia, ha un’altitudine media di 4 chilometri ed è circondata da catene montuose con vette che raggiungono anche 10 chilometri di altezza. Dato che il pianeta non ha placche tettoniche, l’origine di Ishtar Terra ha rappresentato un vero rebus per la comunità scientifica; il team della ricerca ha dunque modellato il processo di formazione di quest’area con simulazioni informatiche, mirate ad approfondire i movimenti convettivi del mantello di Venere.

I risultati mostrano che la Ishtar Terra e altre zone simili, note come ‘tessere’, potrebbero essere risalite dal caldo interno del pianeta seguendo un iter simile a quello dei cratoni, gli antichi nuclei degli attuali continenti. Il team della ricerca quindi ritiene che queste remote dinamiche rendano Venere ulteriormente simile alla Terra e schiudano nuovi scenari sull’evoluzione dei pianeti rocciosi, incluso il nostro.

Il gruppo di lavoro, per approfondire ulteriormente la geologia venusiana, attende l’avvio delle future missioni Nasa ed Esa destinate a Venere: DaVinci, Veritas ed EnVision. Le ultime due missioni vedono un significativo coinvolgimento del nostro Paese, grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.

In alto: l’emisfero nord di Venere osservato dalla sonda Magellano (Crediti: Nasa)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.