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Solar Orbiter e Parker Solar Probe insieme per la prima volta vicino al Sole

Solar Orbiter e Parker Solar Probe si troveranno insieme, per la prima volta in assoluto, nel loro massimo avvicinamento al Sole. Le due sonde, rispettivamente di Esa e Nasa e deputate allo studio della nostra stella, coglieranno l’occasione per raccogliere informazioni complementari che consentiranno di sintetizzare più dati di quanto ciascuna missione sia in grado di consegnare.

Entrambe le sonde hanno un’orbita cosiddetta eccentrica, cioè si avvicinano molto al Sole, nel perielio, per poi allontanarsi fino all’afelio e consentire alla tecnologia di bordo di riprendersi dal calore intenso e dalle radiazioni.

Un’altra coincidenza renderà le ricerche ancora più ricche. Quando la prossima settimana le due sonde saranno al loro afelio intorno al Sole, si troveranno anche ad angolo retto tra loro mentre lo osservano. «Abbiamo una configurazione unica dei veicoli spaziali, dove Solar Orbiter avrà la sua suite completa di strumenti puntati verso la regione del Sole dove viene prodotto il vento solare che colpirà Parker Solar Probe poche ore dopo» ha detto Daniel Müller, scienziato del progetto Solar Orbiter per l’Esa.

Le due diverse missioni hanno strumenti idonei al proprio scopo. Solar Orbiter, che si troverà a 45 milioni di km dal Sole, trasporta più strumenti di telerilevamento. Funzionano come una macchina fotografica o come i nostri occhi e cioè rilevano le onde luminose provenienti dal Sole a diverse lunghezze d’onda. Gli strumenti di Parker Solar Probe, che invece si troverà a ‘soli’ 7,3 milioni di chilometri dall’obbiettivo, funzionano più come le nostre papille gustative: ‘assaggia’ o rileva le particelle espulse dal Sole nelle immediate vicinanze, anche perché nessuna tecnologia fotografica attuale potrebbe comunque guardare il Sole da una distanza così ravvicinata e sopravvivere.

 

«In linea di principio, Solar Orbiter da solo può utilizzare entrambi i metodi – spiega Andrei Zhukov dell’Osservatorio Reale del Belgio che sta lavorando alle osservazioni congiunte – Tuttavia, Parker Solar Probe si avvicina molto più al Sole, quindi può misurare direttamente le proprietà del vento solare, come la sua densità e temperatura, più vicino al suo luogo di nascita, prima che queste proprietà cambino nel suo viaggio lontano dal Sole».

Un’altra coincidenza che gli scienziati si augurano è che Solar Orbiter possa osservare un’espulsione di massa coronale (Cme) diretta verso la Parker Solar Probe. «Saremo quindi in grado di vedere in grande dettaglio la ristrutturazione dell’atmosfera esterna del Sole durante la Cme e confrontare queste osservazioni con la struttura vista in situ dalla Parker Solar Probe».

L’Agenzia Spaziale Italiana contribuisce alla missione Solar Orbiter supportando l’Inaf su alcuni strumenti: il coronografo Metis e l’analizzatore del plasma solare (Solar Wind Analyzer).

 

Immagine di copertina: studio della meteorologia spaziale – Crediti: Esa/P.Carril

Immagine nel testo: le missioni Solar Orbiter e Parker Solar Probe –  Crediti: Esa/S.Poletti

Barbara Ranghelli: Giornalista