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Scoperta la stella più fredda della radioastronomia

T8 Dwarf WISE J062309.94−045624.6 è la stella più fredda finora studiata con la radioastronomia.

È una nana bruna scoperta nel 2011. Si trova a circa 37 anni luce dalla Terra.

Utilizzando i dati di tre radiotelescopi: l’Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), l’Australia Telescope Compact Array e il MeerKat in Sud Africa, alcuni astronomi dell’Università di Sidney hanno scoperto che si tratta di una stella piccola e debole, la più fredda mai registrata che produce emissioni a di onde radio. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

Le nane brune sono così chiamate perché emettono poca energia o luce. T8 Dwarf WISE brucia a circa 425 gradi senza utilizzare combustibile nucleare; inoltre, non sono abbastanza massicce da innescare la fusione nucleare come, per esempio, avviene nel Sole che ha una temperatura superficiale di circa 5600 gradi.

Sebbene non sia la stella più fredda mai trovata, si tratta di una scoperta insolita. «È molto raro trovare una stella nana bruna ultrafredda come questa che produce emissioni radio. – ha spiegato Kovi Rose, studente presso la Scuola di Fisica dell’Università di Sidney e autore principale dello studio – Questo perché la loro dinamica di solito non produce i campi magnetici che generano emissioni radio rilevabili dalla Terra».

Non è ancora del tutto noto il motivo per cui le nane brune producano tali emissioni. Si pensa che la rapida rotazione di queste stelle ultrafredde possa generare forti campi magnetici; l’afflusso di elettroni nella regione polare magnetica della stella, e la sua rotazione, produrrebbero lampi radio che si ripetono regolarmente.

«Approfondire la conoscenza delle nane brune ultrafredde come questa ci aiuterà a capire l’evoluzione delle stelle, compreso il modo in cui generano campi magnetici» ha detto Tara Murphy, direttrice della Scuola di Fisica e coautrice dello studio.

 

Immagine in evidenza: grandezze di nane brune a confronto col Sole e pianeti – Crediti: Nasa, Jol

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.