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Kepler, sulla breccia fino all’ultimo

È andato in ‘pensione’ nell’ottobre 2018, ma fino agli ultimi giorni di attività ha svolto coscienziosamente il suo compito e i dati che ha raccolto lo dimostrano in pieno: stiamo parlando di Kepler, il telescopio della Nasa lanciato nel 2009 per andare a caccia di esopianeti simili alla Terra.

Infatti, dalle informazioni dell’ultima campagna è emerso un terzetto di mondi extrasolari: la scoperta è stata illustrata nell’articolo “Kepler’s last planet discoveries: two new planets and one single-transit candidate from K2 campaign 19”, appena pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. La ricerca, che ha coinvolto anche dei cittadini-scienziati, è stata coordinata dal Dipartimento di Astronomia dell’Università del Wisconsin-Madison.

Kepler, nella prima fase della sua missione, ha passato al setaccio oltre 150mila stelle – in una porzione di cielo nelle costellazioni del Cigno e della Lira – per individuare eventuali esopianeti con il metodo del transito. Nel 2014 il telescopio ha avuto dei problemi di natura meccanica che lo hanno costretto ad una temporanea sospensione delle attività. I tecnici della Nasa sono riusciti a ‘curare’ Kepler, che però ha dovuto operare in maniera diversa, tanto che la sua missione è stata rinominata K2: il campo visivo del telescopio è stato cambiato ogni tre mesi e ciascun periodo di attività è stato definito ‘campagna’. In questa fase della missione, Kepler ha esaminato più di 500mila stelle e quando è stato collocato a riposo poteva vantare la scoperta di oltre 2600 esopianeti confermati.

Nell’ultima campagna, la numero 19, Kepler aveva iniziato a presentare di nuovo dei problemi e non gli è stato possibile mantenere a lungo una posizione corretta per effettuare le osservazioni; alla fine, i dati di alta qualità erano solo quelli di sette giorni su un mese di lavoro. Gli astronomi li hanno ritenuti meritevoli di ulteriori approfondimenti, per la cui effettuazione si sono fatti aiutare dai cittadini-scienziati del progetto Visual Survey Group.

La ricerca ha dato buoni frutti: dal database sono emersi tre candidati pianeti, ognuno in orbita intorno ad una differente stella. A questo punto gli astronomi hanno svolto ulteriori controlli, utilizzando anche i dati di bassa qualità in cui hanno trovato le tracce del transito di due dei tre candidati; in questo modo la loro natura planetaria è stata confermata, mentre il terzo corpo celeste è ancora in attesa di conferma.

I tre mondi sono stati ‘battezzati’ con dei codici alfanumerici (K2-416 b, K2-417 b ed Epic 246251988 b); le loro dimensioni sono intermedie tra quelle della Terra e quelle di Nettuno e orbitano molto vicino alle loro stelle. Per uno di essi – K2-417 b – sono stati individuati ulteriori transiti: ad osservarli è stato il satellite Tess della Nasa che, in questo modo, ha ricevuto una sorta di ‘testimone’ da Kepler nella ricerca degli esopianeti.

In alto: elaborazione artistica che rappresenta Kepler e i tre esopianeti (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech, K. Walbolt)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.