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Crisi climatica, monito dall’amplificazione artica

Un nuovo monito sul problema del riscaldamento globale arriva dall’amplificazione artica, un processo per cui quell’area si riscalda a un ritmo più veloce rispetto alla media globale.

I dati ci arrivano dal programma Copernicus dell’Esa.

Il rapido riscaldamento, oltre a destabilizzare il delicato equilibrio dell’ecosistema della regione, ha profonde implicazioni a livello globale.

La causa principale dell’amplificazione artica è la riduzione del ghiaccio marino. Questo è legato ai processi di formazione di acqua dolce e salina che guidano le correnti oceaniche. Inoltre lo scioglimento del permafrost, oltre a esporre l’oceano a un maggior assorbimento di calore, innalza il livello del mare e libera metano e anidride carbonica nell’atmosfera creando un pericoloso circolo vizioso. I risultati li stiamo osservando con gli eventi meteorologici estremi degli ultimi anni.

Se fino a poco tempo fa le missioni satellitari in questa regione remota erano relativamente sporadiche, il problema dell’amplificazione artica ha reso indispensabile il monitoraggio continuo. Per questo il sistema Copernicus sarà implementato con nuovi strumenti, che insieme ad altri che misurano le tendenze e le variazioni degli ultimi 40 anni, supporteranno i governi e la comunità scientifica nel favorire una gestione ambientale più sostenibile.

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.