X

Dentro la Terra la spiegazione alle anomalie della bussola

Dall’Università di Leeds arriva uno studio che potrebbe aiutare a comprendere le anomalie del campo magnetico terrestre: la chiave sarebbe il processo di raffreddamento del nucleo della Terra, il cuore di materiale fuso che si trova al centro del nostro pianeta. La ricerca è stata pubblicata ieri su Nature Geoscience.

Nucleo e campo magnetico, un legame stretto

Il nucleo terrestre supera la temperatura di 5000 °C ed è composto principalmente da ferro allo stato liquido. I movimenti a spirale del materiale al suo interno generano una corrente elettrica che è responsabile del campo magnetico terrestre – un meccanismo che prende il nome di dinamo ad autoeccitazione. Questa dinamo viene alimentata dai moti convettivi nel cuore della Terra, grazie ai quali il calore si trasmette dal nucleo – che così si raffredda – al mantello, lo strato appena più esterno. La scoperta di questi giorni è che questo processo di raffreddamento non avviene in maniera uniforme: esistono zone, per esempio al di sotto dell’Africa e del Pacifico, in cui il mantello è più caldo e quindi, a causa di un minor trasferimento di calore, il raffreddamento del nucleo è ridotto. In corrispondenza di queste zone il campo magnetico terrestre è più debole.

Per il bene dei satelliti

Comprendere che cosa sta dietro le variazioni locali del campo magnetico della Terra è molto importante. Jonathan Mound, professore di geofisica all’Università di Leeds e capo della ricerca, spiega il perché: «Una delle cose che fa il campo magnetico nello spazio è deviare le particelle emesse dal Sole. Quando il campo magnetico è più debole, questo scudo protettivo non è così efficace». Un grande problema per i satelliti in orbita attorno alla Terra: «Quando i satelliti passano sopra a quell’area [ndr, in cui il campo magnetico è più debole], queste particelle possono disturbare e interferire con le loro operazioni». Insomma, per disporre di sistemi di navigazione e di telecomunicazioni sempre ben funzionanti non basta guardare allo spazio: la chiave si trova nelle profondità della Terra.

Immagine in evidenza: Rappresentazione del campo magnetico attorno alla Terra che interagisce con il vento solare, il flusso di particelle provenienti dal Sole. Crediti: Nasa’s Goddard Space Flight Center

Luca Mingotti Landriani: Laureato in Fisica all'Università di Trento, ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste. Ha collaborato con Gloabalscience da luglio 2022 ad aprile 2023, occupandosi dei principali temi di astrofisica con particolare riferimento allo space weather. Non è più parte del nostro team, ma i suoi articoli rimangono disponibili per la consultazione