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    Categorie: cosmo

Architetture planetarie

Non tutti i sistemi planetari sono uguali. Esistono sistemi ordinati e sistemi più caotici, e gli astronomi non hanno ancora stabilito un metodo univoco di classificazione. Una nuova proposta giunge ora da una ricerca guidata dalle Università di Berna e di Ginevra, che ha identificato quattro grandi ‘famiglie’ in cui possono essere suddivisi i sistemi planetari.

I risultati, descritti in due studi appena pubblicati su Astronomy & Astrophysics, si basano sull’analisi dei quasi 1.000 sistemi multi-planetari osservati fino ad oggi. Secondo i ricercatori, esistono quattro diverse architetture, che hanno chiamato ‘simili’, ‘ordinate’, ‘anti-ordinate’ e ‘miste’.

I sistemi planetari ‘simili’ sono quelli in cui le masse dei pianeti vicini tra loro si assomigliano: «come i piselli in un baccello», secondo l’analogia proposta da Lokesh Mishra, leader dello studio. I sistemi planetari ‘ordinati’ invece sono quelli in cui la massa dei pianeti tende ad aumentare con la distanza dalla stella. Il nostro Sistema Solare appartiene a questa categoria: i pianeti rocciosi più piccoli (come Venere, Terra e Marte) orbitano relativamente vicino alla nostra stella, mentre i giganti gassosi (come Giove, Saturno o Nettuno) si muovono su ampie orbite intorno al Sole. In altri casi, la massa dei pianeti diminuisce approssimativamente con la distanza dalla stella: si tratta dei sistemi planetari ‘anti-ordinati’. Infine ci sono i sistemi planetari ‘misti’, in cui le masse planetarie presentano grandi variazioni.

«I nostri risultati – spiega Mishra – mostrano che i sistemi planetari ‘simili’ sono il tipo di architettura più comune. Circa otto sistemi planetari su dieci in orbita intorno a stelle visibili nel cielo notturno hanno un’architettura ‘simile’».

Secondo i ricercatori, le differenze tra le quattro categorie di sistemi planetari dipendono in gran parte dalla massa del disco di gas e polvere da cui nascono i pianeti e dall’abbondanza di elementi pesanti nella stella madre. «Da dischi piuttosto piccoli e di bassa massa e da stelle con pochi elementi pesanti emergono sistemi planetari ‘simili’. Dischi grandi e massicci con molti elementi pesanti nella stella madre danno origine a sistemi ‘ordinati’ e ‘anti-ordinati’. Dai dischi di media massa emergono sistemi ‘misti’», dice Mishra.

Questa classificazione permette dunque di identificare in modo più preciso analogie e differenze dei diversi sistemi planetari, anche rispetto alla loro evoluzione nel tempo.

«Un aspetto notevole di questi risultati – commenta Yann Alibert, co-autore dello studio – è che collegano le condizioni iniziali della formazione planetaria e stellare a una proprietà misurabile: l’architettura del sistema. In mezzo ci sono miliardi di anni di evoluzione. Per la prima volta, siamo riusciti a colmare questo enorme divario temporale e a fare previsioni verificabili. Sarà emozionante vedere se reggeranno».

Immagine in apertura: Rappresentazione artistica delle quattro classi di architettura planetaria. Crediti: Nccr Planets, Tobias Stierli

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.