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Webb osserva il ghiaccio prestellare

Il telescopio spaziale Webb continua a far da chiave di volta nel cammino della ricerca scientifica.

Questa volta ha puntato il suo sguardo sulla Nube del Camaleonte, a circa 500 anni luce dalla Terra, nell’omonima Costellazione, un luogo di formazione stellare.

E’ una regione particolarmente fredda, densa e difficile da studiare: la luce stellare al di là della nube viene assorbita dalle molecole di ghiaccio all’interno di essa a specifiche lunghezze d’onda infrarosse.

Grazie al Webb un gruppo internazionale di astronomi ha ottenuto il censimento più completo degli ingredienti ghiacciati disponibili per creare le future generazioni di stelle e pianeti, prima che vengano riscaldati durante la formazione di giovani stelle.

I ghiacci sono infatti un ingrediente vitale in quanto principale fonte di elementi chiave, come carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e zolfo.

Gli studiosi hanno osservato alcune molecole semplici, ma anche quelle complesse e ciò dimostra per la prima volta, che le molecole complesse alla base della vita si formano nelle gelide profondità delle nubi prima che nascano stelle e dischi proto planetari.

La ricerca fa parte del progetto Ice Age, uno dei 13 programmi di Webb, che studia gli elementi dei ghiacci per comprendere la loro evoluzione sui pianeti terrestri, gassosi e ghiacciati.

 

Immagine in apertura: Nube del Camaleonte vista da Webb – Crediti: Nasa, Esa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.