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Proiettili di plasma per scaldare la corona solare

Immagine IRIS

Come dei veri e propri proiettili, grumi di plasma vengono scagliati alla velocità di oltre 100 mila chilometri orari dalla fotosfera solare – ovvero il guscio della nostra stella dove emergono le macchie – e raggiungono lo strato più esterno dell’atmosfera del Sole, la corona, trasferendole così materia ed energia.

In gergo tecnico questo fenomeno prende il nome di pseudo-shock: ad osservarlo per la prima volta, grazie alle riprese ad alta risoluzione dell’atmosfera solare realizzate dal telescopio spaziale Iris (Interface Region Imaging Spectrometer) della Nasa , è stato un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Abhishek Kumar Srivastava dell’Indian Institute of Technology (Bhu), India e a cui ha partecipato anche Marco Stangalini dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Roma.

«Questa scoperta fornisce importanti elementi riguardo un nuovo processo di dinamica del plasma, noto come pseudo-shock, che agisce come una importante sorgente di energia nelle regioni attive del Sole, contribuendo in modo significativo alle alte temperature della corona solare» commenta Stangalini, che è coautore dell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

«Tale scoperta ancora una volta dimostra come l’osservazione del Sole ad alta risoluzione ci permetta non solo di comprendere meglio la nostra stella, ma anche di sfruttare il Sole stesso come straordinario laboratorio di fisica dei plasmi, osservando direttamente processi alle scale spaziali di interesse».

L’atmosfera più esterna del Sole, la corona, dista solamente alcune centinaia di km dalla “fredda”  fotosfera (che si trova a circa 6 mila gradi), eppure la sua temperatura raggiunge valori dell’ordine del milione di gradi.

Il motivo di questo aumento della temperatura rappresenta uno degli aspetti più intriganti ed enigmatici della fisica solare e dell’astrofisica.

Due sono i principali meccanismi ritenuti responsabili delle elevate temperature coronali. Il primo è conosciuto con il nome di riconnessione magnetica ed è legato alla dissipazione di correnti elettriche, mentre il secondo è legato alla presenza di onde magneto-idrodinamiche nelle strutture magnetiche del Sole.

E proprio la propagazione di onde di plasma di un tipo mai visto prima emerge dalle nuove immagini ad alta risoluzione dell’atmosfera solare ottenute da Iris, che mostrano la presenza diffusa di pseudo-shock intorno a una macchia solare.

Tali shock rappresentano una significativa fonte di energia e di massa che raggiunge la corona solare e possono essere considerati come un ulteriore importante contributo al riscaldamento della corona.

Missioni spaziali come Parker Solar Probe, Solar Orbiter, Aditya-L1 forniranno elementi fondamentali per risolvere definitivamente questo mistero “solare”.

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