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Nustar osserva il banchetto stellare di un buco nero

Una stella inglobata da un buco nero e ridotta a brandelli. È quanto osservato dal telescopio spaziale della Nasa Nustar, che aggiunge un nuovo tassello per la comprensione dell’affascinante e complessa alimentazione cosmica dei ‘signori oscuri’ dell’universo.

Quando una stella si avvicina troppo all’orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio, viene distrutta dalle cosiddette forze di marea del buco nero – fenomeno noto come evento di distruzione mareale. Il risultato è la ‘spaghettificazione’ della stella, che come suggerisce il termine viene letteralmente trasformata in un insieme di filamenti di gas caldo.

Nustar (acronimo di Nuclear Spectroscopic Telescopic Array) ha osservato proprio questo fenomeno, intercettando il momento in cui una stella è stata completamente distrutta da un buco nero situato a circa 250 milioni di anni luce della Terra. Si tratta del quinto esempio di banchetto stellare più vicino mai osservato.

I dati di Nustar sono stati elaborati da un team di ricerca guidati dal California Institute of Technology e pubblicati su Astrophysical Journal. Lo studio analizza l’evento di distruzione mareale avvenuto a seguito della spaghettificazione della stella. Il fenomeno in questione, nome in codice AT2021ehb, ha avuto luogo in una galassia con un buco nero centrale di circa 10 milioni di volte la massa del nostro Sole. Durante questo evento, il lato della stella più vicino al buco nero è stato tirato con maggiore forza rispetto al lato più lontano, ‘stirando’ l’intero oggetto e producendo appunto uno spaghetto di gas caldo.

«Gli eventi di distruzione mareale sono una sorta di laboratorio cosmico – spiega Suvi Gezari, co-autore dello studio e astronomo allo Space Telescope Science Institute di Baltimora. – Sono la nostra finestra sull’alimentazione di un enorme buco nero in agguato al centro di una galassia».

Lanciata nel 2012 come parte del programma Small Explorer della Nasa, Nustar è guidata dal Caltech (che ha coordinato anche il nuovo studio sul buco nero) e gestita dal Jpl della Nasa. La missione è stata sviluppata in collaborazione con l’Università Tecnica Danese e l’Agenzia Spaziale Italiana, che fornisce anche un importante contributo per quanto riguarda la stazione di terra della missione e l’archiviazione dei dati.

 

Immagine in apertura: illustrazione che mostra un evento di distruzione mareale. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica