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Un segnale ultra luminoso dall’Universo remoto

Gli astronomi della Zwicky Transient Facility in California hanno determinato la sorgente di un segnale a raggi X ottico e radio, incredibilmente luminoso. Secondo lo studio, pubblicato su Nature Astronomy, la fonte è un getto di materia che fuoriesce da un buco nero supermassiccio a una velocità prossima a quella della luce. 

Questo enorme oggetto ha iniziato a divorare una stella vicina, rilasciando una vasta quantità di energia nel processo. Questo meccanismo, noto come evento di distruzione mareale (Tde -Tidal Disruption Event), potrebbe gettare nuova luce sull’evoluzione dei  buchi neri supermassicci. 

At 2022cmc, questo è il nome dato al segnale, è più luminoso di tutti gli altri Tde scoperti finora ed è anche il più remoto mai osservato, a circa 8,5 miliardi di anni luce di distanza. Il team ha misurato la distanza dal segnale con il telescopio Very Large Telescope dell’Eso. 

Come può un evento tanto lontano apparire così luminoso nel nostro cielo? Secondo gli astronomi, il getto potrebbe puntare direttamente verso la Terra, facendo apparire il segnale più brillante secondo il principio determinato dall’effetto “Doppler boosting”. Questo fenomeno consiste nel cambiamento apparente, rispetto al valore originario, della frequenza o della lunghezza d’onda percepita da un osservatore raggiunto da un’onda emessa da una sorgente che si trovi in movimento rispetto all’osservatore stesso. 

At 2022cmc è il quarto Tde potenziato dall’effetto Doppler mai rilevato e il primo evento di questo tipo osservato dal 2011. Nei prossimi anni, con l’attivazione di osservatori più potenti, potremo essere in grado di rilevare sorgenti del genere più frequentemente. Dopo la scoperta iniziale di At 2022cmc, il team ha proseguito le analisi con il telescopio Nicer a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Quest’ultimo ha permesso di scoprire che il segnale era ben 100 volte più luminoso del più potente bagliore di raggi gamma. 

Gli scienziati ritengono che l’attività dei raggi X sia alimentata da un episodio di accrescimento estremo (extreme accretion episode) che si crea quando una stella produce un vortice di detriti mentre cade all’interno del buco nero.  Grazie alle tempestive osservazioni, il team è riuscito a cogliere questo singolare evento proprio all’inizio, quando il buco nero ha iniziato il suo pasto stellare. 

 

Immagine in apertura: una stella subisce il processo di spaghettificazione mentre viene divorata da un buco nero. Crediti: Eso/M. Kornmesser

Fulvia Croci: Giornalista