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Solar Orbiter individua un serpente di gas sulla superficie solare

Un agglomerato di gas si fa strada serpeggiando attraverso il campo magnetico del Sole. Lo ha individuato Solar Orbiter e secondo gli astronomi questo ‘serpente’  ha  preannunciato un’eruzione ancora più massiccia.

È stato osservato lo scorso 5 settembre, mentre la sonda Esa si stava avvicinando al Sole. Nel dettaglio, si tratta di un tubo di plasma freddo sospeso da campi magnetici nel plasma circostante più caldo proveniente dall’atmosfera solare.

Il plasma è uno stato della materia in cui il gas è così caldo che i suoi atomi iniziano a perdere alcune delle loro particelle esterne, chiamate elettroni. Questa perdita rende il gas elettricamente carico e quindi suscettibile ai campi magnetici. Tutto il gas nell’atmosfera del Sole è presente sotto forma di plasma, dato che la temperatura è superiore a un milione di gradi centigradi.

Il plasma nel serpente segue un filamento particolarmente lungo del campo magnetico solare che si estende da un lato all’altro del Sole. Gli astronomi hanno realizzato un video time lapse con le immagini riprese dall’Extreme Ultraviolet Imager, a bordo di Solar Orbiter. Il gas ha impiegato circa tre ore per completare il suo viaggio, alla velocità di circa 170 chilometri al secondo.

Il fenomeno ha preso il via da una regione solare attiva dove si è verificata un’esplosione, che ha provocato l’espulsione di miliardi di tonnellate di plasma nello spazio. Secondo gli scienziati il serpente di gas potrebbe essere stato un precursore di questo violento evento. 

Il plasma prodotto dall’eruzione, nota come espulsione di massa coronale, è stato captato dalla sonda Parker Solar Probe della Nasa, che ne ha analizzato il contenuto. 

Essere in grado di vedere un’eruzione in corso e quindi campionare i gas espulsi, sia con i propri strumenti che con quelli di un altro veicolo spaziale, è uno dei principali obiettivi scientifici di Solar Orbiter. Grazie al lavoro della sonda sarà possibile sviluppare una migliore comprensione dell’attività solare e del modo in cui essa influenza lo space weather, che ha effetti sulle tecnologie che utilizziamo abitualmente sulla Terra. 

Lanciata il 10 febbraio 2020, Solar Orbiter effettuerà misurazioni approfondite grazie a una suite composta da 10 strumenti. Tra questi figurano il coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X.

 

Credit video: Esa & Nasa/Solar Orbiter/Eui Team; acknowledgement: Frédéric Auchère, Ias

Fulvia Croci: Giornalista