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Ixpe osserva la polarizzazione dei raggi X proveniente da Cygnus X-1

La missione Imaging X-Ray Polarimetry Explorer (Ixpe), sviluppata in collaborazione tra la Nasa e l’Agenzia Spaziale Italiana  e lanciata a dicembre dello scorso anno da Cape Canaveral, ha osservato il suo primo buco nero in accrescimento e ci ha subito rivelato delle sorprese. Cygnus X-1 è una brillante sorgente di raggi X nella costellazione del Cigno che ospita un buco nero di massa pari a 21 volte quella solare che ruota attorno ad una stella di massa pari a circa 41 volte quella del nostro Sole. La materia emessa dalla stella e in caduta verso il buco nero incomincia a ruotare attorno ad esso, formando il così detto disco accrescimento, scaldandosi fino ad una temperatura di milioni di gradi e producendo una copiosa quantità di raggi X.

Come riportato dai risultati pubblicati oggi sulla rivista Science, Ixpe ha misurato una caratteristica peculiare dei raggi X prodotti poco prima che la materia sia inghiottita dal buco nero, ovvero la sua polarizzazione lineare. «Abbiamo investito più di vent’anni per avere occhi come quelli di Ixpe – commenta Fabio Muleri, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e secondo autore dell’articolo pubblicato su Science – la polarizzazione ha la capacità unica di dirci come questa radiazione nasce e arriva fino a noi. In questo caso, ci ha permesso di vedere, sebbene indirettamente, cosa succede a poche migliaia di chilometri dal buco nero di Cyg X-1. C’è ancora molto da capire, ma Ixpe ci sta aiutando a farlo».

I risultati ottenuti da Ixpe indicano che vicino all’orizzonte degli eventi – ovvero la regione attorno al buco nero da cui non può fuoriuscire nulla, nemmeno la luce – si forma un plasma molto caldo che si estende parallelamente alla parte più interna del disco di accrescimento. Quest’ultima è stata misurata essere perpendicolare al getto di particelle osservato saltuariamente da queste sorgenti a distanze molto maggiori, indica un chiaro collegamento tra queste due componenti.

La missione Ixpe è stata progettata per studiare un’ampia gamma di sorgenti di raggi X estreme, tra cui stelle di neutroni in accrescimento, pulsar e pulsar wind nebulae, resti di supernova, il nostro centro galattico e nuclei galattici attivi. Utilizza specchi a raggi X fabbricati presso il Marshall Space Flight Center della Nasa, con strumentazione sul piano focale fornita da una collaborazione tra Asi, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

 

Immagine in apertura: rappresentazione artistica di Cygnus X-1, con il buco nero al centro dell’immagine e la sua stella compagna sulla sinistra. Nuove misure pubblicate dalla rivista Science il 3 Novembre 2022 mostrano i risultati della prima osservazione di un buco nero in accrescimento effettuata dalla missione Ixpe, sviluppata in collaborazione tra la Nasa e l’Agenzia Spaziale Italiana (immagine di John Paice).

Fulvia Croci: Giornalista pubblicista, dopo la laurea in Relazioni Internazionali si avvicina al mondo della comunicazione scientifica. Nel corso degli anni ha trattato una vasta gamma di temi legati all'esplorazione spaziale, alla ricerca e alle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana.