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Come sarà il dopo Iss?

La Iss nel 2021. Crediti Nasa

Cosa succederà una volta che la Iss sarà andata in pensione? Se è vero che le agenzie internazionali, a partire dalla Nasa, stanno concentrando i propri sforzi verso la nuova conquista della Luna, allo stesso tempo, per i partner della Stazione spaziale internazionale, è altrettanto importante mantenere il presidio dell’orbita bassa, affinché le capacità e le conoscenze acquisite dal 2000 ad oggi non vadano perse. Anche perché lo sfruttamento commerciale dell’orbita Leo è il terreno su cui si giocheranno molte delle prossime partite offerte dalla space economy.

Non stupisce, quindi, che rappresentanti di diversi paesi attualmente coinvolti nel progetto Iss, durante un panel alla conferenza Ascend dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics il 25 ottobre scorso, abbiano annunciato che stanno guardando alle future stazioni spaziali commerciali per dare continuità alle attività che attualmente svolgono sulla Iss.

La gestione e lo sfruttamento della Iss oggi è organizzata tramite accordi di scambio tra le agenzie partecipanti. Tuttavia, è improbabile che tali disposizioni funzionino per le stazioni commerciali.

«Dobbiamo trovare un nuovo modo di collaborare», ha affermato secondo quanto riportato da Spacenews – Nicolas Maubert, consigliere spaziale presso l’ambasciata francese negli Stati Uniti e rappresentante dell’agenzia spaziale francese Cnes negli Stati Uniti, citando le sfide dell’estensione degli attuali accordi di scambio alle stazioni commerciali. «Dobbiamo mettere sul tavolo ogni opzione».

L’approccio più semplice – ovvero pagamenti diretti dalle agenzie spaziali alle società che gestiscono stazioni commerciali – potrebbe incontrare ostacoli politici. «I contribuenti in Europa non vogliono pagare direttamente le società americane private», ha affermato.

Maubert ha suggerito che l’Europa potrebbe prendere in considerazione il progetto di una propria stazione spaziale. Un’ipotesi che dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo di un programma di volo spaziale umano europeo. «Avere capacità autonome è una delle soluzioni», ha affermato, una soluzione che, ha riconosciuto, dipenderà dai budget.

Un’altra opzione è che le aziende di altri paesi facciano parte delle iniziative guidate dagli Stati Uniti che sviluppano stazioni commerciali. Thales Alenia Space, ad esempio, sta producendo moduli per Axiom Space e costruisce componenti per la navicella spaziale Cygnus di Northrop Grumman che saranno adattati per l’uso sulla stazione di Axiom.

I passi per la costruzione della prima stazione spaziale commerciale. Crediti Axiom

Anche società giapponesi sono coinvolte in queste iniziative commerciali per le stazioni spaziali, ha affermato Masami Onoda, direttore dell’ufficio di Washington dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa. «Non vediamo l’ora di avviare una partnership con avamposti commerciali».

Onoda ha però sottolineato che, in primo luogo, i partner della Iss hanno bisogno di finalizzare i piani per estendere le operazioni della stazione fino al 2030. «Uno degli accordi che spero di vedere nei prossimi mesi riguarda la Iss», ha aggiunto.

La Nasa ha già annunciato l’impegno a mantenere operativa la stazione fino al 2030 mentre l’Esa porrà la questione sul tavolo della ministeriale, prevista per il prossimo novembre.

 

 

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa