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Energia da buco nero supermassiccio visto con “doppia lente”

La somma è superiore al totale: questa la sintesi di una rilevazione fatta con due tipi di telescopi che operano in banda X  e radio dell’energia prodotta da buchi neri supermassicci nell’ammasso di Perseo.

Un team di astronomi, guidati da Roland Timmerman, Università di Leida, ha combinato le misurazioni del radiotelescopio Lofar – Low Frequency Array-, sede nei Paesi Bassi, con quelle del satellite a raggi X Chandra. L’immagine immortalata è l’ ammasso di Perseo. Si tratta di un gruppo di oltre mille galassie situate a circa 240 milioni di anni luce in direzione della costellazione settentrionale di Perseo.

E’ noto che buchi neri super massicci al centro delle galassie producono enormi getti, che si addensano lontani dall’oggetto cosmico generatore e che riscaldano il gas nell’ambiente circostante. Quando i getti si scontrano con il gas, formano enormi lobi di decine di migliaia di anni luce di diametro.

Possono essere necessari centinaia di milioni di anni perché questi lobi svaniscano. Quindi, almeno in teoria, i lobi danno agli astronomi molte informazioni su ciò che è accaduto in un ammasso.

Se poi la lettura delle informazioni si avvale di una “doppia lente”, il risultato cambia e quello che si ottiene è una somma superiore al totale.

In pratica gli astronomi del team di Timmerman hanno combinato l’osservazione da due punti di vista diversi: quello in banda X del satellite Nasa Chandra e quello in bassa frequenza o radio del telescopio Lofar.

«La combinazione fornisce un’idea molto più dettagliata su ciò che sta accadendo. È un cliché, ma il tutto è davvero più grande della somma delle parti. Chandra e Lofar possono individualmente fare un’ipotesi abbastanza ragionevole sulla quantità di energia iniettata dal buco nero nell’ambiente dell’ammasso, ma insieme sono ancora più forti. In precedenza, questa combinazione non era possibile perché non erano disponibili immagini radio con una qualità sufficiente per eguagliare le immagini a raggi X di Chandra- spiega il ricercatore Roland Timmerman.

Il nuovo metodo di osservazione è stato pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

In apertura: immagine del centro dell’ammasso di galassie del Perseo.  Il rosso è l’emissione radio ricevuta da Lofar. In blu  i raggi X del telescopio Chandra. Il bianco è l’idrogeno della mappa H-alfa del telescopio Wyin. Lo sfondo è il cielo notturno in luce ottica del telescopio Hubble. Crediti:  Lofar/Chandra/WIYN/Hubble/Frits Sweijen.

 

Giuseppina Pulcrano: Giornalista pubblicista e attuale responsabile dell'unità Multimedia per Agenzia Spaziale Italiana, ho lavorato per il settore diffusione della cultura aereospaziale fin dagli anni '90. Distaccata presso MediaInaf per due anni. Laurea e master di secondo livello biennale presso la Sissa di Trieste : Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico".