X
    Categories: cosmo

Il ‘nascondino’ del pianeta nascente

Un ‘burlone’ cosmico che finora era riuscito a depistare gli astronomi, ma che è non stato in grado di sfuggire alla sensibilità degli strumenti del radiotelescopio Alma dell’Eso: è un giovane esopianeta, ancora in fieri, scoperto grazie a una nuova tecnica d’indagine.

Il corpo celeste è al centro di un recente studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “Alma Detection of Dust Trapping around Lagrangian Points in the LkCa 15 Disk”); l’indagine, coordinata dall’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, è stata svolta da un gruppo di lavoro internazionale di cui fanno parte anche due ricercatori italiani, Stefano Facchini (Università di Milano) e Andrea Isella (Rice University, Usa).

Riuscire a individuare direttamente i pianeti in formazione è piuttosto difficile perché sono troppo fiochi e si celano all’interno di densi strati di gas e polveri. Di conseguenza – spiegano gli studiosi – bisogna andare a caccia di quegli indizi da cui si può dedurre che sotto le coltri dei dischi proto-planetari vi sia un pianeta alle prime armi.

Il team ha preso quindi in considerazione una serie di dati ad alta risoluzione raccolti da Alma, concentrandosi soprattutto sul disco LkCa 15. Situato a 518 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione del Toro, il disco era stato già sotto i riflettori perché vi erano stati individuati dei processi di formazione planetaria. Il nuovo esame ha messo in evidenza due deboli strutture che in precedenza non erano state considerate: gli astronomi hanno scoperto un anello di polveri al cui interno orbitano due cumuli luminosi di materiale. I due oggetti hanno la forma di un piccolo grumo e di un ampio arco e sono separati tra loro da una distanza di 120 gradi.

Gli scienziati hanno analizzato lo scenario ricorrendo a delle simulazioni informatiche: il risultato ottenuto indica che le dimensioni e la posizione dei due oggetti sono coerenti con la presenza di un pianeta. Secondo il team, inoltre, la distanza di 120 gradi non è un caso e chiama in causa i punti Lagrangiani; con questo termine si indicano delle posizioni nello spazio dove due corpi celesti in movimento producono, nei loro dintorni, aree di attrazione in cui i materiali possono accumularsi.

Nel caso dei due oggetti individuati in LkCa 15, il materiale non si muove liberamente, risulta stabile e situato in corrispondenza dei punti Lagrangiani L4 e L5; nascosto tra il grumo e l’arco, c’è un piccolo pianeta che sta producendo l’accumulo di polvere proprio in questi punti. Il corpo celeste dovrebbe avere dimensioni simili a quelle di Nettuno o Saturno ed è anche piuttosto giovane, in termini astronomici: sulle spalle ha al massimo tre milioni di anni.

Le tecnologie attuali non consentono ancora di osservare direttamente il baby pianeta, ma il team della ricerca conta di svolgere ulteriori osservazioni con Alma per acquisire altri dettagli e auspica che il metodo impiegato per lo studio possa essere utile per altre indagini.

In alto: elaborazione artistica del sistema di LkCa 15 (Crediti: M.Weiss/Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian) 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.