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Il primo sguardo sulla Terra di Emit

Prima immagine della Terra fornita dalla missione Earth Surface Mineral Dust Source Investigation (Emit) di Nasa. Tecnologia sviluppata dal Jpl e installata all’esterno della Iss, Emit ha sperimentato la sua first light, ossia la prima osservazione, lo scorso 27 luglio, quando la stazione orbitante sorvolava l’Australia occidentale.
Questo primo scatto arriva dopo il trasferimento del 22 luglio, quando Emit è stato spostato tramite il braccio robotico Canadarm2 dalla navicella Dragon per esser installato sulla Iss: un trasloco durato più di 40 ore, dopo il quale Emit ha dovuto raggiungere la sua temperatura operativa nelle successive 72 ore.

La missione ha lo scopo di mappare la composizione della polvere minerale nelle regioni aride della Terra per comprendere meglio il ruolo della polvere nel riscaldamento e nel raffreddamento del clima. Per farlo, Emit dovrà prima di tutto identificare la composizione dei minerali sulla superficie terrestre che indagherà lungo la sua missione (Africa, Asia, Nord e Sud America e Australia).

In grado di raccogliere misure per 10 importanti minerali superficiali, Emit riconosce lo specifico materiale di cui è composta la superficie terrestre indagando le lunghezze d’onda della luce riflessa superficialmente: ogni minerale lascia, infatti, un’impronta digitale spettrale in base alle diverse lunghezze d’onda che assorbe o che riflette. Ad esempio, mentre le particelle scure e ricche di ferro assorbono fortemente l’energia del Sole, le argille chiare la riflettono molto di più.

Il primo scatto di Emit è in realtà un cubo di immagini: la faccia anteriore mostra il mix di materiali superficiali nella regione australiana indagata, tra cui il suolo esposto (marrone), la vegetazione (verde scuro), i campi agricoli (verde chiaro) e un piccolo fiume. I colori che si estendono sulle facce laterali del cubo rappresentano invece impronte digitali spettrali dei punti corrispondenti nell’immagine frontale. Da queste informazioni raccolte dallo spettrometro di imaging, i ricercatori sono in grado di capire come è composta la superficie osservata.

Non essendo attualmente noto se la polvere minerale abbia un effetto cumulativo di riscaldamento o di raffreddamento sul pianeta, le osservazioni di Emit permetteranno di trovare un prima risposta, analizzando il ruolo delle particelle di polvere trasportate dall’aria nel riscaldamento e nel raffreddamento dell’atmosfera terrestre su scala globale e regionale.

Immagine: il cubo di immagini dalla prima osservazione di Emit. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Giuseppe Nucera: Comunicatore scientifico e Multimedia producer. Laureato in Sociologia, ho conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile dell'Università Milano-Bicocca. Dal 2012 collaboro con diverse agenzie editoriali e pubbliche per comunicare online ricerche e progetti scientifici.