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Stelle vaganti nell’occhio del supercomputer Aterui

Gli astronomi hanno sviluppato una nuova simulazione che descrive la formazione di un ammasso di piccole stelle; lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Le stelle più luminose e massicce ionizzano il gas circostante, rendendolo troppo caldo per la formazione di nuovi astri. In alcuni casi, come quello della Nebulosa di Orione, la bolla ionizzata non è centrata sulle stelle più massicce dell’ammasso, ma è spostata verso la periferia del cluster. Per formare tali bolle decentrate, la luce ionizzante delle stelle massicce nell’ammasso deve superare il denso gas molecolare situato al centro e raggiungere le zone più lontane.

Un team di ricercatori, guidato da Michiko Fujii dell’Università di Tokyo, ha trascorso due anni a sviluppare una simulazione in grado di riprodurre accuratamente i movimenti delle singole stelle. Hanno riprodotto un caso simile alla Nebulosa di Orione utilizzando Aterui, il supercomputer più potente al mondo dedicato alle simulazioni astronomiche.

«La distribuzione della velocità delle stelle nella simulazione corrisponde al risultato delle osservazioni – spiega Yoshito Shimajiri, membro del team di ricerca – le simulazioni mostrano che stelle giovani e massicce possono essere espulse dall’ammasso attraverso interazioni gravitazionali con altre stelle».

Gli astronomi ritengono che, grazie all’utilizzo di un numero maggiore di processori, sarà possibile simulare ammassi stellari ancora più estesi, fino a 100 volte più massicci del cluster oggetto della ricerca.

Fulvia Croci: Giornalista