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Esplosioni su una magnetar: crosta in movimento?

Il telescopio Nicer (Neutron Star Interior Composition Explorer), a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha individuato sulla superficie di una magnetar delle macchie altamente energetiche che con il tempo si sono unite.

Una magnetar, come indica la parola, è una stella magnetica. Dopo l’esplosione di una supernova, la stella collassa su sé stessa e il campo magnetico cresce. Secondo gli scienziati 1 supernova su 10 si trasforma in magnetar, con la stessa densità di una normale stella a neutroni, ma con un campo magnetico mille volte più potente.

Il campo magnetico, essendo un enorme magazzino di energia, se disturbato, può alimentare enormi esplosioni che possono durare mesi o anni. Nel 2020 il satellite Swift Gamma Ray Burst Explore della Nasa ha individuato una di queste esplosioni sulla magnetar Sgr 1830, nella Costellazione dello Scudo, a circa 13mila anni luce. Con il suo telescopio a raggi X, Swift ha osservato impulsi ripetuti che mostravano che l’oggetto stesse compiendo una rotazione ogni 10,4 secondi.  Nello stesso giorno la strumentazione di Nicer, mostrava tre picchi ravvicinati a ogni rotazione: tre regioni molto più calde rispetto all’ambiente circostante.

Da quel momento Nicer ha osservato Sgr 1830 quasi ogni giorno rilevando che i picchi di emissione nel tempo si sono spostati e poi uniti: secondo gli studiosi, il fenomeno ricorda il moto delle placche tettoniche che accompagna l’attività sismica sulla Terra. La crosta di una stella di neutroni è estremamente solida, ma l’intenso campo magnetico di una magnetar può spingerla oltre i suoi limiti. Queste osservazioni mostrano una regione attiva in cui la crosta è fusa e si deforma sotto stress magnetico, mentre i tre punti in movimento potrebbero essere le zone in cui gli archi luminosi, simili a quelli solari, si collegano alla superficie.

Questa serie unica di osservazioni, descritta su The Astrophysical Journal Letters, aiuterà gli scienziati a comprendere meglio l’interazione tra la crosta e il campo magnetico di queste particolari stelle.

Sia Nicer che Swift sono missioni del Programma Explorer della Nasa. Iniziato nel 1958, è il piano spaziale più lungo della storia: conta quasi 100 missioni tra cui Ixpe, nata in collaborazione con l’Asi, una sonda che misura la polarizzazione dei raggi X, “frutto anche dell’inventiva e della genialità italiana”.

Barbara Ranghelli: Giornalista