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Avvistata irruzione su un disco protoplenetario

«Un fulmine che colpisce un albero». Così è stato definito il clamoroso avvistamento all’interno della Costellazione del Cane Maggiore. Un oggetto estraneo si è avvicinato al disco protoplanetario della stella binaria Z Canis Majoris (Z CMa) danneggiandolo e portandosi dietro flussi di gas e polvere, un evento difficile da catturare a causa della sua rapidità.

Questo tipo di perturbazione, che sconvolge i dischi in cui si stanno formando nuovi pianeti, solitamente è causato da due, tre o anche quattro stelle sorelle che crescono insieme e si attraggono gravitazionalmente. In questo caso, invece, l’oggetto molesto è estraneo al sistema.

L’evento, ripreso dall’Osservatorio Atacama Large Millimeter Array (Alma) sull’altopiano cileno e dalla rete di radio telescopi del Nuovo Messico, il Very Large Array (Vla), ha confermato ciò che fino a ora era emerso solo dalle simulazioni al computer interessate alle formazioni stellari.

I ricercatori, osservando il disco che circonda la protostella Z CMa, hanno rilevato un’impronta di sorvolo: un cambiamento nella morfologia del disco e dei flussi connessi che ha permesso di individuare l’oggetto estraneo. «È difficile ottenere prove osservative di eventi di sorvolo perché accadono velocemente ed è improbabile catturarli in azione» ha affermato Ruobing Dong, astronomo dell’Università di Victoria in Canada e autore principale dello studio pubblicato su Nature Astronomy. «Questa scoperta mostra che incontri ravvicinati con i dischi che ospitano giovani stelle accadono nella vita reale e non sono solo situazioni teoriche viste nelle simulazioni al computer. Precedenti rilevamenti avevano visto passaggi ravvicinati, ma non erano stati in grado di raccogliere le prove complete che adesso abbiamo».

L’impatto, e la relativa rimozione di gas e materiale roccioso, secondo gli scienziati può avere conseguenze sull’evoluzione termica delle stelle ospiti e quindi sullo sviluppo del sistema stellare.

La conferma che queste perturbazioni possano realmente avvenire nell’ambiente circostante le protostelle, apre nuovi orizzonti anche sul nostro passato. «Lo studio di questo tipo di eventi potrebbe rivelare cosa accadde durante lo sviluppo iniziale del nostro Sistema Solare, le cui prove essenziali sono scomparse da tempo – ha dichiarato Dong – In questo momento, Vla e Alma ci hanno fornito le prime prove per risolvere questo mistero e le prossime generazioni di queste tecnologie apriranno finestre sull’Universo che abbiamo ancora solo sognato».

 

Immagine in apertura: Oggetto estraneo che travolge il disco protoplanetario della stella binaria Z Canis Majoris (illustrazione artistica) – Crediti: Alma (Eso/Naoj/Nrao), B. Saxton (Nrao/Aui/Nsf)

Barbara Ranghelli: Giornalista