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Un asteroide mutevole

Un ‘tamponamento’ gli ha cambiato i connotati, rinnovando il suo aspetto esteriore con materiale ‘fresco’: il soggetto ‘ringiovanito’ è 596 Scheila, un asteroide che si trova nella Fascia principale, la regione dello spazio – compresa tra Marte e Giove – popolata da questi corpi celesti minori.

Le peculiarità di 596 Scheila sono al centro di un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “The appearance of a ‘fresh’ surface on 596 Scheila as a consequence of the 2010 impact event”); l’indagine, che ha coinvolto un team internazionale di ricercatori, è stata coordinata dall’Istituto di Scienze Spaziali e Astronautiche dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa.

Gli asteroidi sono considerati dei preziosi ‘testimoni’ dell’epoca in cui il Sistema Solare era in fieri: si ritiene infatti che, a causa delle loro dimensioni ridotte, non abbiano subito particolari sconvolgimenti (ad esempio, fusioni) nelle loro parti interne. Non è però il caso di 596 Scheila, che nel dicembre 2010 è stato coinvolto in una collisione cui si deve un significativo cambiamento sulla sua superficie.

Questo asteroide, scoperto nel 1906 e il cui diametro misura 114 chilometri, è stato monitorato prima e dopo il drammatico evento, in maniera tale che gli studiosi hanno potuto seguire i mutamenti che ne sono derivati. Nello specifico, l’11 dicembre 2010 596 Scheila si è presentato allo sguardo degli astronomi ‘mascherato’ da cometa, con la classica coda: l’analisi delle osservazioni mise in evidenza che il fenomeno era transitorio ed era stato provocato dall’impatto con un corpo celeste avente un diametro compreso tra 30 e 50 metri.

L’alterazione creatasi sul ‘volto’ di 596 Scheila è stata individuata esaminando il suo spettro nel vicino infrarosso. I dati mostrano che il corpo celeste, ritenuto particolarmente primitivo, aveva cambiato colore: questa caratteristica implica che lo strato superficiale più vecchio dell’asteroide, in passato esposto allo spazio esterno, era stato ricoperto da materiale ‘fresco’ prodotto dall’impatto.

Gli scienziati, che hanno utilizzato anche modelli informatici, hanno riscontrato che il colore dell’asteroide è diventato più rosso dopo il ‘botto’: questo elemento è indicativo del fatto che la sua luce nel vicino infrarosso abbia virato verso il blu. Lo spostamento, secondo gli autori del saggio, è riconducibile a un’esposizione prolungata allo space weathering: con questo termine si designa il cambiamento nell’aspetto (colore e brillantezza) del materiale superficiale di un corpo celeste, dovuto all’azione del vento solare e delle micrometeoriti.

Il caso di 596 Scheila non pare isolato e schiude nuove prospettive di indagine sull’evoluzione degli asteroidi. Per esempio, ai confini del Sistema Solare, oltre l’orbita di Nettuno, sono stati individuati molti corpi minori con uno spettro rosso simile alla superficie ‘fresca’ dell’asteroide ‘ringiovanito’; tra l’altro, 596 Scheila appare anche più rosso dei suoi coinquilini nella Fascia degli asteroidi. Secondo il team della ricerca, lo spostamento verso il blu provocato dallo space weathering suggerisce che i corpi minori rossi e scuri attualmente osservabili potrebbero essere stati, anticamente, ancor più rossi; inoltre, quelli presenti nella Fascia degli asteroidi potrebbero aver avuto origine nelle zone estreme del nostro sistema planetario.

In alto: l’asteroide in un’immagine dalle osservazioni e in un frame dalle simulazioni (Crediti: Naoj)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.