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ExoMars scova l’acqua nel ‘Gran Canyon’ di Marte

La sonda Trace Gas Orbiter (Tgo) del programma ExoMars di Esa ha individuato le tracce di acqua nel sottosuolo marziano all’interno del vasto e profondo sistema di canyon chiamato Valles Marineris.
La scoperta fa presumere la presenza di grandi riserve d’acqua, per una dimensione quanto l’Olanda, sotto la polvere superficiale marziana, quindi facilmente accessibili ed usufruibili dalle future missioni umane. Valle Marineris diventa così un obiettivo più promettente per l’esplorazione del pianeta.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Icarus.

Nonostante su Marte sia nota la presenza di acqua, essa si trova principalmente nelle fredde regioni polari del pianeta sotto forma di ghiaccio; al contrario, nelle regioni equatoriali, come Valles Marineris, le temperature non sono abbastanza fredde da preservarla sulla superficie. Tuttavia, qui potrebbero esistere riserve d’acqua più profonde, coperte dalla polvere.

Questa acqua nascosta è stata scovata sotto la superficie di quello che è il più grande canyon del sistema solare grazie alla tecnologia in dotazione a Tgo, sonda lanciata da Esa nel 2016 con l’obiettivo di tracciare i gas atmosferici di Marte. Tgo fa parte del programma ExoMars, una doppia missione di Esa a guida italiana realizzata in cooperazione con Roscosmos e di cui l’Italia tramite Asi è il principale finanziatore.

«Con Tgo possiamo guardare fino a un metro sotto questo strato polveroso e vedere cosa sta realmente accadendo sotto la superficie di Marte – afferma Igor Mitrofanov dell’Istituto di Ricerca Spaziale dell’Accademia Russa delle Scienze di Mosca e primo autore dell’articolo – soprattutto, possiamo localizzare “oasi” ricche d’acqua che non potevano essere rilevate con gli strumenti precedenti».

Protagonista della scoperta è Frend, telescopio a bordo di Tgo in grado di misurare, con una risoluzione migliore rispetto ai suoi simili, il flusso di neutroni dalla superficie marziana. Queste particelle vengono prodotte dal continuo bombardamento dei raggi cosmici in interazione con i primi metri di roccia e regolite. Analizzando le osservazioni di Frend da maggio 2018 a febbraio 2021, i ricercatori hanno mappato per il suolo di Marte il contenuto di idrogeno, assumendo che esso sia legato in molecole d’acqua, attraverso la tecnica del rilevamento dei neutroni di Frend.

«I terreni più secchi emettono più neutroni di quelli più umidi, e quindi possiamo dedurre quanta acqua c’è su una superficie guardando i neutroni che emette – afferma il coautore Alexey Malakhov, dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia russa delle scienze a Mosca – La tecnica di osservazione unica di Frend ci permette di vedere caratteristiche dell’acqua che non erano state individuate prima».

Quest’acqua potrebbe essere sotto forma di ghiaccio, o, meno probabile, acqua legata chimicamente ad altri minerali del suolo.
Oltre a confermare il successo del programma congiunto Esa-Roscosmos di ExoMars, il risultato suggerisce che qualche speciale, non ancora chiaro, mix di condizioni deve essere presente nelle Valles Marineris per preservare l’acqua in riserve non troppo profonde e facilmente sfruttabili in una regione dove questo era inaspettato.

Immagine: Valles Marineris (crediti: Esa/Dlr/Fu Berlin)

Giuseppe Nucera: Comunicatore scientifico e Multimedia producer. Laureato in Sociologia, ho conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile dell'Università Milano-Bicocca. Dal 2012 collaboro con diverse agenzie editoriali e pubbliche per comunicare online ricerche e progetti scientifici.