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Una galassia al fluoro

Ha un nome che ricorda una password, si trova a una distanza di oltre 12 miliardi di anni luce dalla Terra e si è guadagnata gli onori della cronaca per la presenza di un elemento che, sotto forma di fluoruro, si trova comunemente nei nostri dentifrici: si tratta di Ngp-190387, una galassia molto lontana in cui è stato individuato il fluoro.

La scoperta è stata effettuata dal radiotelescopio Alma dell’Eso ed è stata illustrata nell’articolo “The ramp-up of interstellar medium enrichment at z > 4”, appena pubblicato su Nature Astronomy. Lo studio, che ha coinvolto un team internazionale di ricercatori, è stato coordinato dal Centro per la Ricerca Astrofisica dell’Università dell’Hertfordshire e getta nuova luce sui processi di formazione del fluoro nell’Universo.

Ngp-190387, che presenta attività di formazione stellare, è stata osservata dagli astronomi com’era quando l’Universo aveva solo 1,4 miliardi di anni, ovvero il 10% della sua età attuale; è un’entità molto brillante in rapporto alla sua distanza, anche se una parte di tale splendore – secondo i dati di Alma – si deve a una galassia vicina che si interpone tra Ngp-190387 e la Terra. Questa seconda galassia ha amplificato la luce osservata dal gruppo di lavoro e ha permesso di cogliere la lieve radiazione emessa dal fluoro (sotto forma di fluoruro di idrogeno). Questo elemento chimico, come tanti altri presenti intorno a noi, si è formato all’interno delle stelle, ma i meccanismi sottesi alla sua origine non sono ancora del tutto chiari. Gli autori del saggio, quindi, hanno cercato di risalire alla categoria di astri che può aver ‘dato il la’ al fluoro.

Le stelle espellono gli elementi del nucleo quando raggiungono il limite della loro esistenza; considerando la datazione di Ngp-190387, i ricercatori hanno ipotizzato che il fluoro debba essersi formato in alcune di esse poco longeve. Esiste, in effetti, un gruppo di astri molto massicci e dalla vita breve in termini astronomici – solo pochi milioni di anni – che potrebbe essere all’origine di questo elemento: le stelle di Wolf-Rayet.

Secondo gli studiosi, che hanno preso in considerazione anche altri scenari, questa è l’ipotesi più convincente per spiegare la presenza del fluoro nella galassia. Ngp-190387 ha impiegato decine o addirittura centinaia di milioni di anni per raggiungere livelli di fluoro paragonabili a quelli riscontrati nelle stelle della Via Lattea e questo dato aggiunge un nuovo vincolo sulle origini di tale elemento che negli ultimi vent’anni sono state oggetto di analisi.

La scoperta, infine, costituisce una delle prime individuazioni di fluoro oltre la nostra galassia e le sue vicine; in precedenza, l’elemento era stato scovato in quasar distanti, ma mai in una galassia con le caratteristiche di Ngp-190387.

In alto: elaborazione della galassia Ngp-190387 (Crediti: Eso/M. Kornmesser)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.