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Asteroide o cometa? La doppia identità di 248370

Un raro tipo di oggetto che presenta contemporaneamente tratti da cometa e da asteroide è stato osservato da un team di astronomi del Planetary Science Institute. La ricerca è stata presentata al 53° meeting dell’American Astronomical Society’s Division for Planetary Sciences. Individuato dal programma astronomico per la ricerca di asteroidi Atlas, l’oggetto, denominato (248370) 2005 Qn137, è stato classificato come attivo per via del processo di sublimazione del ghiaccio presente su di esso.

«Proprio a causa del processo di sublimazione è possibile considerare 248370 una cometa della fascia principale che entra a far parte di una famiglia composta attualmente da altri 20 oggetti – afferma Henry Hsieh, autore principale dello studio – 248370 può essere catalogato sia come un asteroide sia come una cometa o, in modo più specifico, come un asteroide della fascia principale recentemente riconosciuto come una cometa. Si adatta alle definizioni fisiche di una cometa, in quanto è probabilmente ghiacciata e sta espellendo materiale nello spazio e ha anche l’orbita di un asteroide. La dualità rende questi oggetti molto interessanti dal punto di vista scientifico».

Gli astronomi hanno scoperto che il nucleo misura 3,2 chilometri di diametro e la lunghezza della coda – nel luglio 2021 – era oltre 720.000 chilometri per 1.400 chilometri di larghezza. Generalmente l’attività della cometa viene causata dalla sublimazione: questo indica che la maggior parte di esse provengono dal Sistema Solare esterno, oltre l’orbita di Nettuno, e trascorrono la maggior parte del loro tempo lì, avvicinandosi al Sole e alla Terra solo per brevi periodi. Quando si trovano in prossimità della nostra stella si riscaldano e rilasciano gas e polvere a causa della sublimazione del ghiaccio, un processo che fa apparire le loro code ‘sfocate’ all’occhio dei telescopi.

Al contrario, si ritiene che gli asteroidi della fascia principale, che orbitano tra Marte e Giove, siano rimasti per almeno 4,6 miliardi di anni proprio dove li vediamo oggi, nel Sistema Solare interno. Secondo le teorie più accreditate, la vicinanza al Sole non avrebbe permesso l’accumulo di materiale congelato all’interno di questi oggetti. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati trovati alcuni esempi rari, come 248370, che sfidano queste ipotesi. Queste comete sono interessanti perché si pensa che una parte sostanziale dell’acqua terrestre sia stata trasportata tramite impatti di asteroidi, provenienti dalla fascia principale quando il nostro pianeta era agli albori della sua formazione. Date le loro caratteristiche, questi oggetti sono una miniera di informazioni scientifiche cruciali e potrebbero rivelare nuovi particolari sull’origine dalla vita sulla Terra.

Fulvia Croci: Giornalista