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Marte low cost

Circa un secolo fa, prendere un aereo era un assoluto privilegio per ricchi. Con le dovute differenze, e facendo senza dubbio lievitare le cifre in gioco, oggi lo stesso può dirsi dei voli spaziali. Ma con la lotteria spaziale di Elon Muk  già si intravede la strada che in futuro porterà l’orbita bassa a essere sempre più accessibile.

E Marte? La conquista del pianeta rosso, lo sappiamo, è il principale obiettivo a lungo termine delle agenzie spaziali e delle aziende private, SpaceX in testa. In questo caso però non soltanto le missioni umane, ma anche quelle robotiche richiedono uno sforzo scientifico, tecnologico e anche economico non indifferente. Basti pensare che la missione di Perseverance, il rover di ultima generazione della Nasa attualmente al lavoro su Marte, è costata circa 2.7 miliardi di dollari. Secondo i dati riportati dalla Planetary Society, questa cifra comprende 2.2 miliardi per lo sviluppo della navicella, 243 milioni per i servizi di lancio e circa 300 milioni per le operazioni scientifiche del primo biennio.

Anche la missione dell’Esa ExoMars, che punta a lanciare il primo rover europeo verso il mondo rosso nel 2022, prevede un bilancio miliardario. Le ultime stime dell’Agenzia spaziale europea parlano di 1.3 miliardi di euro, cifra che però si riferisce alle condizioni economiche del 2008 e che quindi oggi è probabilmente lievitata.

Ancora più alti saranno poi i costi delle future missioni di sample return, il programma congiunto Nasa-Esa che riporterà i primi campioni marziani nei laboratori terrestri. In questo caso, secondo quanto riportato da Spacenews, ci si aggirerà intorno ai 7 miliardi di dollari.

Insomma, vista l’entità di queste missioni marziane, sembra difficile pensare a un futuro in cui anche l’accesso a Marte potrà diventare low cost. Eppure è la Nasa stessa ad aprire la possibilità di inviare veicoli attorno e sul pianeta rosso a prezzi contenuti. Nell’ambito del programma Small Innovative Missions for Planetary Exploration (Simplex), l’agenzia sta promuovendo anche nuovi concept per le prime missioni marziane economiche. Tra queste spicca Escapade, che prevede l’invio intorno a Marte entro il 2026 di due sonde gemelle in grado di fornire una prospettiva unica sull’atmosfera superiore del pianeta. Per un costo complessivo di meno di 80 milioni di dollari.

«I nostri due veicoli spaziali, Blue e Gold – ha detto a Space.com il Principal Investigator della missione Robert Lillis dell’Università della California, Berkeley – ci forniranno due paia di occhi, permettendoci per la prima volta di monitorare la perdita atmosferica di Marte durante le raffiche elettromagnetiche e le burrasche del vento solare che colpiscono il pianeta. Saremo in grado di vedere tutte le parti di Marte in ogni momento della giornata, dalla superficie all’alta atmosfera». Si tratta di uno sguardo a tutto tondo che potrebbe aiutare molto anche in vista delle future missioni umane sul pianeta rosso.

Passando dalle sonde ai rover, un altro concept di missione che punta a far arrivare una navicella su Marte a basso costo è la missione Shield, attualmente in fase di studio al Jet Propulsion Laboratory della Nasa. In questo caso la stima economica è ancora in corso, ma il team di missione si prefigge di ridurre il costo dell’esplorazione robotica marziana di almeno un ordine di grandezza. Spendere milioni invece che miliardi per far viaggiare un rover su Marte potrebbe effettivamente rivoluzionare l’accesso al pianeta rosso.

Nel caso di Shield, non si tratterà certo di un veicolo sofisticato come Perseverance, ma l’obiettivo è studiare la superficie marziana con strumenti scientifici mirati, come sensori profondi e spettrometri di massa. L’idea su cui si fonda questo concept di missione è arrivare a dispiegare nel giro di poco tempo una decina di piccoli rover, in modo da avere una panoramica sempre più completa del pianeta. E rendere così Marte davvero accessibile a basso costo: almeno per i robot.

 

Immagine in apertura: elaborazione artistica delle sue sonde della missione Escapade (Crediti: Rocket Lab/UC Berkeley)

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica